Se non leggi con attenzione il cartello posto sulla facciata opposta, non ti accorgi che dentro quella costruzione, batiment per dirla alla francese, c’è un concentrato di atleti di alto livello e una collezione di ricordi, medaglie olimpiche e mondiali. Se chiedi a qualche passante dove si trova il centro nazionale dello sci e dello snowboard, ti guardano straniti e ti rispondono con un classico «Qui non c’è nulla». Invece ad Albertville c’è eccome questa struttura, è dedicata esclusivamente all’attività di alto livello della federazione francese ed è nata appena fuori dal centro, vicino all’immenso stadio olimpico della città transalpina. Ma è anche bene sottolineare che qui non passano tutte le discipline: solo sci alpino, snowboard e freestyle perché le nordiche hanno un loro centro dedicato a Prémanon. Da tempo gli addetti ai lavori bisbigliano di questo progetto utile e funzionale, è a una manciata di chilometri dall’Italia e abbiamo voluto scoprirlo di persona. Non ha nulla di paragonabile con Formia, perché la struttura italiana è immensa, enorme, immersa nel verde e aperta a tutte le federazioni affiliate al Coni. Oltralpe, come abbiamo detto, ci sono solo atleti della FFS e neppure di tutte le discipline. Una scatola di lamiera di tremila metri quadri (complessivo su 3 piani) che unisce atleti di tutte le età e di sport diversi: un contenitore che raggruppa una grande famiglia che vive in palestra d’estate e sulla neve d’inverno.
Standoci dentro anche solo qualche ora, ti accorgi del legame che si è costruito tra lo staff e gli atleti, tra l’esperto Julien Lizeroux, sempre scherzoso e disponibile, e i giovani, magari anche dello snowboard. Il direttore Gilles Brenier ci accoglie facendoci subito una confidenza: «Questa è una grande famiglia, grandi campioni e giovani che si mescolano – racconta – Si vive con un rispetto reciproco e i più grandi trainano i più piccoli. Provate a pensare un Alexis Pinturault in palestra e poco più in là un giovane: ecco, il gioco è fatto, quest’ultimo proverà a imitarlo e a emulare il suo lavoro per diventare come lui». Se questo non bastasse c’è un salone che funge da punto di incontro tra gli atleti e i tecnici di tutti i livelli e di tutte le discipline. Una sala dalle molteplici funzioni per riposarsi, bere un caffè in compagnia, mangiare pranzo oppure per navigare su internet o giocare a calcetto. «Ed è bello perché tutti passano di qua durante la giornata e il rapporto si consolida». Anche noi ci sediamo in un angolo e davanti a un caffè, un espresso un po’ alla francese, ascoltiamo quello si nasconde dietro questa struttura inaugurata il 4 giugno del 2016. Chiediamo il motivo per il quale è stata scelta Albertville e non magari Chamonix o Megève. E Gilles, che è stato anche a capo delle squadre di sci alpino, ci dà una motivazione molto semplice: «Lo sci alpino ha sempre fatto base qui per quanto riguarda i fisioterapisti e la parte riabilitativa, quindi si è deciso di ampliare il progetto nello stesso posto». La prima pietra è stata posata il 23 aprile del 2015 e in poco più di un anno gli atleti hanno potuto sfruttare la struttura. La FFS ha un bando per la gestione dello stabile, ma le mura sono del comune di Albertville che ha finanziato in parte l’opera, oltre ai contributi del ministero e del dipartimento.
Si apre un mondo tutto nuovo quando il direttore del centro nazionale ci parla degli atleti che hanno il diritto di utilizzare la struttura. Perché se non fanno notizia gli oltre 200 sportivi delle squadre francesi, la fanno eccome i circa 70 definiti come «gli studenti del liceo». Prego? La federazione seleziona i migliori talenti provenienti da ogni angolo della Francia e li raduna ad Albertville, dove hanno la possibilità di studiare e di allenarsi. Fin qui si può dire che anche l’Italia è strutturata in tal senso, ma quando si entra nei dettagli, il progetto è ben diverso. Il primo biennio delle superiori gli atleti-studenti lo fanno nelle proprie scuole, poi il triennio che precede la maturità (il Bac in Francia), ci si sposta ad Albertville dove c’è una vera programmazione per i futuri campioni. Si studia da aprile a novembre con un calendario studiato nei minimi dettagli: lezioni con i professori e allenamento al centro federale, ma con un occhio di riguardo alle uscite sui ghiacciai; tra giugno e novembre ci sono ben quattro blocchi da una decina di giorni abbondanti che ogni atleta sfrutta per sciare con il proprio club o Comitato. Prima dell’inverno si saluta la scuola quasi totalmente (solo tre o quattro ore la settimana a distanza e qualche rientro), ci si concentra sulle gare e si ritorna sui banchi in modo costante nella primavera dell’anno successivo. Questa è la vera programmazione per gli sciatori, questa è davvero una grande opportunità per chi crede nello sport e nell’alto livello. Un sistema che funziona e che permette agli studenti di conseguire il Bac con quattro anni di lezioni, anziché i canonici tre. All’interno di questa tabella ci sono anche giornate di riposo totale, dove non c’è sci, non c’è palestra e non c’è scuola.
E poi spuntano anche alcune ore di lezioni a distanza, una manciata o poco più in tutto l’anno. Gli sciatori di alto livello che invece vogliono proseguire gli studi e sono iscritti all’Università possono sfruttare l’aula riunioni con connessione internet, acustica e televisore che permette un filo diretto tra docenti e atleti. Un’aula che ha cambiato immagine e che è stata intitolata a David Poisson, dopo il terribile incidente di due stagioni fa. «Abbiamo pensato proprio a tutto – aggiunge Gilles Brenier – Per queste ragioni il nostro centro ha un notevole aumento di accessi nei mesi estivi, o comunque da aprile a novembre quando ospitiamo anche i ragazzi che studiano qui vicino».
Tante presenze in estate, ma Albertville è ormai diventata la casa delle discipline alpine. È un punto di riferimento in tutte le stagioni, anche nel periodo delle gare, tanto che la maggior parte dei big ha affittato appartamenti o comprato casa nei dintorni, perché quello è e rimane sempre un appoggio importante. Per il recupero da qualche lieve infortunio, per una semplice seduta di allenamento o di fisioterapia o magari anche solo per scambiare due chiacchiere e bere un caffè. «Essere operativi e risolvere il problema nel minor tempo possibile: questa è la nostra filosofia – aggiunge il direttore – Il nostro personale è sempre a disposizione per dare un aiuto agli atleti: capita spesso che il preparatore o il fisioterapista sono in trasferta con la squadra, allora in questo caso basta una telefonata al nostro centro per risolvere il problema o più semplicemente per dare un supporto all’atleta».
Il batiment nel cuore delle Alpi è allora un qualcosa in più di una semplice palestra di allenamento. È davvero un punto strategico e fondamentale per gli atleti che sanno di potersi appoggiare in ogni occasione, o con i propri professionisti oppure ricorrendo allo staff interno. Passano i giovani, passano i big, passano i medagliati olimpici: la Francia è unita e fa gruppo anche in queste cose, in Italia non è così scontato. «Qui da noi solo i big della Coppa del Mondo possono decidere di lavorare con il preparatore atletico personale, poi però svolgono anche i raduni collegiali organizzati. Questo succede perché in base ai risultati dei test si decide di modificare in parte le tabelle, magari integrando le sedute». Il personale varia a seconda del periodo: quattro persone ci sono sempre, estate e inverno, poi nel periodo di maggiore affluenza ci sono diverse integrazioni, fino a un massimo di 12 professionisti impegnati. Se all’interno del centro è presente una sala per i test atletici sotto sforzo, a pochi chilometri c’è invece il centro medico per tutti gli aspetti legati alla salute. «Perché qui fanno base anche tutti gli atleti che rientrano dagli infortuni, i dottori spesso visitano direttamente all’interno del centro e nel periodo di grande intensità i fisioterapisti lavorano quattro pomeriggi la settimana».
All’interno della struttura c’è tutto quello che serve per potersi allenare: palestra con trampolini e materassi elastici, superfici di gioco, tre corsie per scatti e allunghi di 50 metri, poi quattro sale pesi, sala acquatica con due vasche sotto gli otto gradi e una a circa trenta per la riabilitazione. E poi ancora uffici e spogliatoi, sale cardio e per il riscaldamento. Questa struttura è più piccola rispetto ad altre realtà, è quasi invisibile se non sei consapevole dell’esistenza, ma per la federazione francese è un qualcosa di fondamentale. Senza il centro di Albertville, mancherebbe un punto saldo. Che dal 2016 c’è. Ogni giorno e ogni stagione.