Lo ribadiscono tutti, la gara sul Rettenbach si fa sul raccordo finale, quello che dal ripido lancia sul piano verso il traguardo. Ci è riuscita meglio di tutte nella prima manche del gigante di Sölden, Mikaela Shiffrin che proprio nei due tratti conclusivi ha firmato il best crono a metà gara. Dietro di lei Alice Robinson: la neozelandese aveva oltre quattro decimi in alto, ma ha pagato mezzo secondo all’ultimo parziale, chiudendo a 22 centesimi. C’è Federica Brignone, anche lei un po’ dritta nelle porte finali, ma comunque terza a 4 decimi. E c’è anche Marta Bassino, quinta a 9 decimi; nel mezzo, quarta, anche Thea Louise Stjernesund a 69. Le prime cinque al cancelletto di partenza davanti a tutte, le uniche atlete sotto il secondo di ritardo dalla statunitense. Anche perché cambiano le condizioni con la neve che si trasforma, causa anche della pioggia che inizia a cadere.
Dalla sesta in classifica, Stephanie Brunner il margine sale oltre il secondo, 1.37, dalla dodicesima piazza si arriva già sopra i due secondi.
Sorrisi e convinzione in casa Italia. Marta Bassino ha fatto una manche solida, Federica Brignone sa di aver sbagliato ma è felice di aver rotto il ghiaccio. «Che brivido, ma sono molto contenta di come ho reagito – dice Brignone – Fossi stata troppo tesa avrei iniziato a strafare, invece no: sono felice, ho rotto il ghiaccio, sono li a giocarmela e quindi sono tranquilla. La pioggia? Ushuaia style, ormai siamo abituati».
Marta Bassino: «Prima manche solida, ho forse tenuto un po’ troppo nel tratto finale del muro, però sono felice e nella seconda cercherò di sciare ancora più di taglio: la neve è molto facile e si può attaccare la pendenza».
Le altre azzurre: qualificata con il ventiduesimo tempo a 3.01 Asja Zenere, oltre la trentesima posizione Elisa Platino, Roberta Melesi e Giorgia Collomb, mentre non è partita Ilaria Ghisalberti per i postumi di una lussazione alla spalla destra. Qualificata alla seconda manche anche Lara Colturi, diciannovesima a 2.57.