Sei slalom, zero podi. Lo slalom azzurro appare in difficoltà: le nostre punte di diamante tribolano, i giovani al momento non riescono a lasciare il segno. Stefano Gross e Manfred Moelgg sono sotto le aspettative fra i pali stretti. Certo, il livello è sempre più alto, la concorrenza è davvero spietata, ma Sabo e Manni fanno più fatica rispetto allo scorso inverno.
CAMPANELLI D’ALLARME – «Gli altri usano il taglio sulla pendenza, noi andiamo troppo in sù in fase di curva. E poi i primi anche quando sbagliano, lasciano andare sempre lo sci», affermava il direttore tecnico Max Carca al termine dello slalom di Wengen facendo intuire una mancanza tecnica. Fra i giovani attardato Tommaso Sala: dopo un’estate e un autunno in forma smagliante, in gara non riesce ad esprimersi. E poi c’è il caso di Giuliano Razzoli: non ha più i tempismi e la solidità di una volta. «Sembra un altro in gara, in allenamento Tommy va il doppio. Razzo? A tratti c’è, è veloce in alcuni pezzi, poi si perde. Non basta insomma», ripeteva Stefano Costazza nel bernese lo scorso fine settimana. Poi un Patrick Thaler che tribola e infine ci si è messo anche l’infortunio di Cristian Deville. Tuttavia non bisogna darsi per vinti. Domenica c’è la Gaslern di Kirzbuehel e martedì la Planai di Schladming: ci sono ancora due appuntamenti per mettersi in mostra e i nostri Gross e Moelgg sono in grado ancora di salire sul podio. Noi ci crediamo. Sono gli unici appuntamenti prima dello slalom olimpico coreano, le somme si tireranno più avanti anche se non bisogna fare finta dei campanelli d’allarme. Queste due gare serviranno inoltre per completare il quartetto olimpico, che al momento vede al via solo Gross e Moelgg con sicurezza. Aspettiamo allora il doppio appuntamento austriaco: forza ragazzi!