Giovedì 28, il quarto di novembre, la tavola di tutti gli americani è stata imbandita con il classico tacchino ripieno, come da tradizione, per festeggiare il Thanksgiving Day; oggi è virtualmente apparecchiata per la 100ª vittoria in Coppa del Mondo da parte di Mikaela Shiffrin, che ha in realtà due chance per provarci (domani c’è lo slalom) in quella che rimane comunque un po’ “casa sua”, pur essendo nata in Colorado. Mika si è infatti formata alla Burke Mountain Academy System, situata proprio nello stato del Vermont, come Killington, a tre ore di macchina da Boston e 4 da New York, dove per le gare di sci sono veramente “crazy”, a differenza della costa ovest degli Stati Uniti.
Ci sono tutti: amici, parenti e soprattutto fan. Per Shiffrin toccare quota 100 successi nel circuito maggiore significherebbe stabilire un primato unico nello sci alpino, eguagliare la fondista norvegese Marit Bjørgen (114) e la funambola elvetica del freestyle Conny Kißling (106), uniche atlete a superare quella fatidica quota negli sport invernali, ma soprattutto togliersi un peso ingombrante di dosso, visto che che non ne può più, immaginiamo, di rispondere alle domande su tale impresa. Onori e oneri dei fuoriclasse. Se Lindsey Vonn, che a breve vedremo in azione, è un’icona dello sci alpino, ma anche una star mondiale dello show-biz, Shiffrin sta portando tante generazioni di giovani americani sugli sci per emularne le gesta. Un estratto delle sue parole in conferenza stampa: «Questo pendio è particolarmente impegnativo per me in gigante, per la componente visiva. In slalom è un po’ diverso, mi ci trovo più a mio agio, ma uno dei grandi obiettivi di quest’anno era ed è proprio quello di riuscire a portare in pista la mia migliore sciata tra le porte larghe a Killington, numeri a parte. Quindi è su questo che mi concentro e cercherò di far entrare e uscire da un orecchio all’altro i discorsi su quota 100». Prima manche ore 16.00 italiane, seconda alle 19.00, con diretta TV su RaiSport ed Eurosport (integrale su Discovery+).
Fino a un paio di giorni fa non c’era neve a Killington, e gli organizzatori hanno dunque fatto uno sforzo monumentale per produrla. Poi è arrivata un’enorme tempesta con quasi 90cm caduti e adesso ecco che alle atlete si presenta sotto le solette un’interessante miscela di neve naturale e neve prodotta artificialmente.
Le colleghe di Shiffrin, ovviamente, hanno idee diverse da quelle di Mikaela. A partire da Federica Brignone, in striscia aperta di 3 vittorie consecutive in gigante tra la fine dell’ultima stagione (Åre, Saalbach) e l’inizio di questa (Sölden). Riuscisse a centrare il poker di fila, sarebbe solo la terza italiana di sempre a farcela dopo Deborah Compagnoni (che ne vinse 8 consecutivi di giganti tra il 1997 e il 1998, record assoluto al femminile) e Denise Karbon (che conquistò le prime 4 gare tra le porte larghe nella stagione 2007-2008). Anche Marta Bassino ha vinto quattro giganti, nel 2020-2021, ma non consecutivi.
Killington, dove si è gareggiato per la prima volta nel 2016 e dove hanno saputo imporsi solo grandi campionesse tra la porte larghe (Worley, Rebensburg, Brignone, Bassino, Gut, incredibilmente non Shiffrin, per ora, ma ha trionfato 6 volte su 7 in slalom) vedrà anche i rientri della citata Lara dal Ticino e di Valerie Grenier, che lo scorso 28 gennaio, nel superG di Cortina d’Ampezzo, cadendo, si ruppe l’omero della spalla sinistra, il legamento crociato anteriore del ginocchio destro, lesionando anche menisco e collaterale mediale. Il dolore alla tibia è stato un problema per Valerie, ma si sta allenando bene: non è al massimo della forma, ma non ci va nemmeno troppo lontana. Aveva una cisti dietro il ginocchio che non le permetteva di piegare completamente la gamba. I medici hanno suggerito il trattamento PRP: attraverso la via venosa, si preleva una piccola quantità di sangue, poi centrifugata. Il gel viene quindi iniettato tramite infiltrazione nella regione da trattare dello stesso paziente. Ha funzionato.
Attenzione anche all’austriaca Scheib, che cerca di interrompere il digiuno di successi per l’Austria in gigante lungo quasi 9 anni, accaduto solo una volta per il Wunderteam. Il podio sul Rettenbach le ha dato calma, fiducia e la forma giusta. Gut, che ha trionfato a Killington nel 2022 e nel 2023, sta finalmente bene e non sente più dolori alle ginocchia. Non si è allenata molto, come fa spesso ultimamente, ma la fiducia è tornata. Pista adatta anche alle caratteristiche di un’altra elvetica, Camille Rast, così come a Clara Direz. Paula Moltzan gareggia sul suo pendio preferito e proprio dalla scorsa estate ha scelto di vivere nel Vermont. Hensien e O’Brien, le grandi rivelazioni di Sölden, sono pronte a concedere il bis.
In casa Italia c’è fiducia. Brignone, pettorale rosso di leader della specialità, vanta già un trionfo sulla Superstar nel 2018, a cui ha aggiunto un secondo posto nel 2019 dietro a Marta Bassino, che vi ottenne il primo successo della carriera. Oltre a Fede&Marta saranno al via Roberta Melesi, Asja Zenere, Elisa Platino, Ilaria Ghisalberti, Lara Della Mea e Giorgia Collomb, alla prima assoluta in nord America. Zenere, reduce da allenamenti proficui in Lapponia, ha avuto un intoppo superato negli ultimi giorni: «Mi sento a posto fisicamente – dice a Race – gli allenamenti sono andati bene, eravamo a Levi dove abbiamo trovato delle condizioni ottime. Ho lavorato ancora nei piani come da due anni a questa parte, anche se proprio negli ultimi giorni ho subito una caduta che non mi ha permesso di sciare poi per tre giorni. Ora sto di nuovo bene, ho fatto anche velocità la settimana prima di salire a Levi. Sölden? Mi sono sentita bene, sono stata anche un po’ sfortunata con il meteo, ma so che la fortuna poi torna indietro. Voglio portarmi alle prossime gare tutto quello che ho sentito quel giorno. Certo, l’anno scorso a Killington per me è stato un momento difficile perché qui ho cominciato ad avere quel forte mal di schiena che non mi ha dato pace tutto l’anno. Ora spero di ritrovarmi su questa pista perché potrebbe essere favorevole alle mie caratteristiche».
Così Federica Brignone alla FISI: «A Copper abbiamo svolto un superlavoro su scorrevolezza e velocità, con soli due giorni di gigante, a Loveland. Sto sciando abbastanza bene, la donna da battere non sono certamente io, so solo che la mia gara sarà contro il tempo e non contro le avversarie. Farò il massimo, vedremo cosa verrà fuori. Da qui alla fine della stagione sarà una lunga corsa a tappe, sarà importante rimanere costante nel rendimento fino a marzo». Marta Bassino: «Mi sento bene, era importante sfruttare al meglio le due settimane a Copper e ci siamo riuscite. La pista di Killington mi piace, presenta tratti tecnici che mi si adattano bene, penserò solamente ad attaccare».
La media delle nevicate di novembre a Killington è di 45 cm. Negli ultimi sette giorni sono stati registrati 90 cm. Si prevede un’affluenza di 40.000 persone nei due giorni di gara. Oggi intanto la FIS dovrebbe decidere il dà farsi per le gare di Mont Tremblant, ancora a rischio per mancanza di neve. Ma sono attese temperature basse proprio in queste ore. Il problema è legato soprattutto alla parte bassa della pista.