Levi: Shiffrin trionfa e raggiunge Kostelic. Holdener e Vlhova si avvicinano. Moelgg 13esima

Un sorriso, al parterre. Non troppo convinto. E’ ancora presto per dirlo, dopo il primo slalom della stagione. Ma i fatti ci dicono che Mikaela Shiffrin è sempre la regina dei rapid gates, con le sue avversarie dirette più attese, Holdener e Vlhova, non troppo distanti da lei. Nemmeno vicinissime, ma la storia sembra ben diversa rispetto allo scorso anno. Morale, l’americana ha conquistato la 21esima vittoria in Coppa del Mondo, 20esima in slalom (eguagliata Janica Kostelic) trionfando a Levi, in Finlandia (dove aveva già vinto nel 2013), senza far segnare il miglior tempo nella seconda manche (anzi, “solo” il quarto), situazione non consueta per una regina. Poco male per carità, l’importante era vincere. Seconda Wendy Holdener, svizzera classe ’93, staccata di 0”67, all’ottavo podio in carriera nel circuito maggiore, terza Petra Vlhova, slovacca allenata da Livio Magoni, in rimonta di una posizione rispetto a metà gara. Manuela Moelgg, 13esima dopo il 15esimo posto della prima manche, migliore delle italiane.

Holdener, Shiffrin, Vlhova al parterre di Levi (@Atomic Gepa)
Holdener, Shiffrin, Vlhova al parterre di Levi (@Atomic Gepa)

GARA – Una seconda manche più veloce, sicuramente “filante”, sul manto duro e aggressivo della “Levi Black”, che ha tenuto bene per entrambe le run. Una seconda manche che ha detto bene a Katharina Truppe e Maren Skjoeld, autrici di due belle rimonte come prevedibile in una situazione di questo tipo: l’austriaca ha chiuso 15esima dopo il 26esimo posto della seconda manche, con il suo baricentro basso che le permette grande rapidità nei cambi; la norvegese ha mostrato finalmente il talento visto lo scorso anno in Coppa Europa (conquistata dominando in slalom), chiudendo quinta in rimonta di 11 posizioni, prima top10 e ovviamente miglior risultato in Coppa del Mondo. E’ stata bravissima sul muro, il tratto decisivo della pista, e ha fatto segnare alla fine il miglior tempo di manche, 56”45. La lotta per il podio ha visto protagoniste quattro atlete: Hansdotter è saltata proprio sul cambio di pendenza, Holdener ha tenuto bene sul tratto più ripido guadagnando parecchio nel piano iniziale, mentre Vlhova si è scatenata in fondo. Shiffrin ha perso 5 centesimi rispetto al vantaggio accumulato nella prima manche, lasciando oltre venti centesimi nel tratto finale, dal termine del muro (sciato benissimo, come nessuna) al traguardo. Ma ha vinto, e tanto basta, prendendosi anche la momentanea leadership di Coppa del Mondo con 180 punti, davanti a Gut (100) e Holdener (’95). Marta Bassino è quinta a quota 60.

LE ALTRE – Più staccate le altre atlete: quarta Zuzulova, bravissima sul piatto iniziale, molto meno dal muro al traguardo, in ogni caso in rimonta di due posizioni; poi come detto Skjoeld, Meillard ottima sesta dopo il quinto posto di metà gara anche se probabilmente non ha voluto rischiare al massimo per cercare di agguantare il primo podio in carriera (comunque per lei miglior risultato in Coppa del Mondo, a 19 anni), settima Strachova, ottava Nina Loeseth, nona Gisin, decima Thalmann, sicuramente tutte e quattro abbastanza deluse perché ambivano a ben altro risultato. Brava Lena Duerr, dodicesima, vede la luce in fondo al tunnel; a punti Alopina per la seconda volta in carriera.

ITALIA – Qualcosa di meglio si è visto nella seconda manche grazie a Manuela Moelgg, 13esima e in rimonta di due posizioni, davvero a ridosso della top 10, distante solo 11 centesimi. Ma le prime dieci dovrebbero essere però un “must” praticamente sempre per lei e Irene Curtoni, 20esima a 3”16 e in peggioramento di due posizioni. Nella prima manche erano uscite Costazza, Perruchon e Azzola. Senza nemmeno un’atleta nelle dieci, difficile raggiungere anche solo la sufficienza in casa Italia. Ci sono da sistemare alcuni dettagli tecnici probabilmente per le veterane, mentre le giovani devono osare di più. A Killington tornerà in pista nella specialità Federica Brignone, intanto noi proviamo a buttare lì una provocazione: e se fosse giunta l’ora di Marta Bassino (con costanza) anche in questa specialità, a patto di fare più allenamento e in attesa magari di raggiungere i fantomatici 500 punti nella WCSL generale (ma il cammino è ancora lungo)?

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