Schieder, la passione per la musica e il maso di famiglia. Ha sognato a lungo, ma quell’errore…

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Ha 27 anni, vive a Castelrotto, suona il trombone nella banda musicale locale e va forte in velocità. Florian Schieder è il nuovo che avanza in casa Italia, in cui è chiaramente in atto un cambio di generazione, come poi analizzerà Max Carca in altro momento. È lui il miglior azzurro ai Mondiali, dove conta quella medaglia sfuggita di un paio di decimi. «Sapevo di aver sbagliato l’ultimo pezzo, ma quando Kriechmayr è andato alle mie spalle un po’ ho pensato alla medaglia». È partito con l’1, è stato lui ad aprire la discesa mondiale, si è giocato le sue carte e lo ha fatto bene, ma purtroppo non è bastato per salire su quel podio. «Ho fatto una bella gara, ma partire per primo non è stato così facile, devo dire che ero un po’ nervoso. Mi sono divertito e ho dato il massimo, senza quell’errorino sul finale sarebbe potuto bastare per la medaglia». 

Florian Schieder ©Agence Zoom

Ci credeva la squadra, ci credeva in primis Max Carca che alla vigilia aveva raccontato di un Schieder in grandi condizioni, ma credeva anche in una prestazione diversa di Dominik Paris. Meglio settimo che quarto? «Sarei stato contento anche del quarto posto – spiega ancora Schieder – bisogna sempre pensare da dove arrivo». Anche l’altoatesino ha trascorso un periodo difficile, ai Mondiali di Cortina 2021 si era rotto il legamento crociato del ginocchio sinistro. «Sono rientrato senza aspettative e pressioni e quando ho capito che il ginocchio funzionava bene ho iniziato a divertirmi. Sono partito curioso di capire che cosa sarebbe uscito da questa stagione». 

Florian Schieder ©Agence Zoom

Arriva da Castelrotto come Peter Fill, con il quale si è allenato negli ultimi anni. Ha due fratelli, ama stare a casa e se non suona, se ne sta nel maso all’Alpe di Siusi, in silenzio, attorniato solo dalla ventina di mucche da latte della famiglia. «Quando sono casa do una mano a mio papà». È felice di aver corso su questa pista Eclipse tutta nuova, poco digerita da molti, apprezzata da “Schidi” che vorrebbe gareggiare anche in Coppa del Mondo. «Un pendio molto bello, preparato bene, una delle più belle dell’anno. Ci tornerei, ma non decido io». 

Odermatt? «Oggi ci ha fatto vedere le sue linee tese, è attivo e pulito sugli sci, mai di traverso ed è questo che dobbiamo imparare. Quando mette lo sci, spinge e fa velocità. È uno spettacolo vederlo sciare, in superG ha sempre il coltello tra i denti». Oggi, invece, lacrime agli occhi anche per l’elvetico. 

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