Il ct azzurro punta il dito sui materiali
Ancora sicurezza: anche oggi qualche caduta di troppo. Claudio Ravetto dice la sua: «Sono deluso lo ammetto – spiega il dt azzurro – speravamo che dalla Fis uscisse fuori qualcosa su questo punto, invece nulla. Hanno solo ascoltato, è vero, ma di decisioni nessuna. E’ inutile fare commissioni, siamo noi che andiamo tutti i giorni in pista e vediamo quello che succede agli atleti. Credo che ci sia ancora molto da fare: io punto il dito sui materiali. Non dico che bisogna tornare indietro, anzi sarebbe controproducente perché ormai gli atleti sono abituati a questo tipo di sci. Anche noi come allenatori abbiamo impostato il nostro lavoro sull’elasticità di questi materiali, soprattutto per gigante e slalom. Ma adesso bisogna riflettere su questo: anche perché ogni allenamento diventa a rischio. E’ come se un tennista si allenasse sempre sul tartan più veloce: è chiaro che c’è più spettacolo, ma quanti problemi fisici ci sarebbero? Dicono che le aziende non possono fermarsi, ma alla fine se continuiamo così rischiamo di perdere ogni gara un atleta: e che spettacolo ci sarà poi?».