Ragazze, è ora di cambiare marcia: meno selfie, più sudore

Avrei voluto scrivere un’analisi più tecnica, ma vengo subito al punto perché la gara di sabato a Soelden per certi versi mi ha fatto anche arrabbiare. E’ stata molto deludente a livello generale. Mi spiego meglio: certo, buonissima prima manche di Lara Gut, fatta come si deve, tecnica, grintosa, in tutti i sensi. Ha sciato come si deve sciare oggi; Shiffrin ok, Bassino bene per metà (si può fare meglio), buona Vhlova. E poi? E poi basta, niente, il nulla. E’ finita lì. Dove sono tutte le altre big? Brem, Drev, Weirather, Brignone, Loeseth…?

 

La rabbia di Federica Brignone al parterre di Soelden dopo il nono posto (@FISI/Pentaphoto)
La rabbia di Federica Brignone al parterre di Soelden dopo il nono posto (@FISI/Pentaphoto)

CAMBIARE MARCIA – Sì, Ragazze, dovete cambiar marcia. Secondo me è una questione soprattutto di attitudine. Bisogna avere la voglia di sciare come le migliori. In telecronaca ho detto: «C’è chi mangia letteralmente la pista e la gara, e chi la subisce e la… lascia nel piatto». Aggiungo anche che, secondo me, tante atlete sabato hanno gareggiato con un set-up sbagliato. Molto filo, su una neve più morbida rispetto al previsto. Ma comunque bellissima, perfetta, mista tra naturale e artificiale, ideale per tirare curve pulite, collegare curva con curva, far tagliare lo sci. Non è possibile su questo tipo di manto vederne solo due o tre che sappiano tirare le curve….

Lara Gut doma il Rettenbach come solo lei sa fare (@Zoom Agence)
Lara Gut doma il Rettenbach come solo lei sa fare (@Zoom Agence)

MORALE – Manca qualcosa da parte di tutta la “truppa del Circo Bianco”. Non si può guardare Lara Gut vincere dicendo: «E’ troppo forte, mi accontento di un piazzamento». No. Questa è una mentalità sbagliata per coloro che si professano sportivi d’elite. Dall’esterno sei portato a pensare che tutti gli atleti presenti in gara vogliano vincere. Quando poi frequenti l’ambiente, ti accorgi che in realtà non è così. In molti si accontentano di fare un risultatino all’anno, avere una super macchina, condurre una bella vita, ricevere tutto il materiale tecnico gratis, girare il mondo spesato con gli allenatori che pensano a tutto. Ciò che prima facevano i genitori… Ma sportivi d’elite significa anche avere un’attitudine rivolta al miglior risultato. Io penso che alcune non abbiano ben chiaro in testa cosa significa essere vincenti. Bene hanno fatto i tecnici italiani a motivare le ragazze azzurre dicendo che sono la squadra più forte del mondo. Perché potenzialmente lo sono. Ma poi devi andare in pista e dimostrarlo. Bisogna mettere in gara tutta quella fame di vittoria che è fondamentale. E non solo in gara. Lara è la più forte? Bene, io voglio sciare come lei e faccio tutto il possibile per fare quello che fa una campionessa come Lara. In allenamento, in palestra, sugli sci, quando mi alimento, quando guardo i video, capendo i segreti dei materiali e persino negli sguardi di sfida. In ogni momento della mia vita da sportivo dimostro di avere questa fame di vincere. E questo dovrebbe valere anche per l’allenatore di una squadra nazionale!

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