Sette è il numero degli uomini che l’Italia potrà convocare per i Giochi Olimpici di Pechino. E sette è tutto tranne che un numero perfetto, perché ora la scelta si fa dura, ancor di più dopo il bellissimo sesto posto di Tommaso Sala nello slalom di Kitzbuehel.
Prima però viene da chiedersi – e forse non siamo gli unici a farlo – come mai una nazione come l’Italia, tra le più forti e strutturate nel panorama degli sport invernali, abbia un contingente così basso, quando la quota massima è di 11. C’è da dire che in ambito maschile solo la Svizzera è al completo, mentre Austria e Francia per esempio sono a 9.
Non entriamo nello specifico del regolamento, è complesso e contorto, certo è che i contingenti non si decidono a gennaio per febbraio: il processo per accaparrarsi i posti dura parecchio tempo e non dipende solo dai podi e dalle vittorie di Federica Brignone, Sofia Goggia e Dominik Paris ma anche da liste e punteggi di chi magari la Coppa del Mondo l’ha finora vista solo in televisione.
L’Italia ha sperato fino all’ultimo di fare un +2 e arrivare a nove (un numero un po’ più comodo da gestire), invece i posti lasciati liberi e oggetto di riallocazione sono stati soltanto tre. Praticamente nessuno ha fatto un passo indietro, segno anche che le nazioni più piccole sono riuscite a qualificare i proprio atleti e a confermare punti FIS al di sotto dei parametri prefissati (uguale o inferiore a 80 punti FIS per la velocità, uguale o inferiore a 160 per le tecniche).
Detto questo, è ora di analizzare i nomi che sono sul piatto, quelli certi di partire, quelli che rientrano in corsa e quelli che non riusciranno a spuntarla. Domani – lunedì 24 gennaio – è il giorno ultimo per le Sport Entries.
Ci sono tre certezze: Dominik Paris, Luca De Aliprandini e Giuliano Razzoli, i tre atleti che sono saliti almeno una volta sul podio in questa stagione. E poi? Criteri di qualificazione non ne sono stati messi questa volta, però subito dietro ci sono Matteo Marsaglia e Alex Vinatzer che hanno almeno un quarto posto a testa. Sono cinque, restano due posti ed è qui che arrivano i grattacapi per chi dovrà decidere.
Mattia Casse ha tre top 10: nono a Beaver Creek, settimo in Val Gardena, decimo a Bormio; Christof Innerhofer un solo ottavo posto a Wengen, abbinata all’esperienza dei grandi eventi (un bronzo e un argento); poi ieri si è messo nella bagarre Tommaso Sala con uno straordinario sesto posto e una stagione in crescendo. Ampliando i ragionamenti non bisognerebbe neppure mettere da parte Riccardo Tonetti, l’uomo della combinata. Ma i posti sono sempre sette…
Quale sarà la linea? Contingente pieno in velocità, per correre ai minimi termini le tecniche oppure viceversa, visto che Luca De Aliprandini è gigantista puro, così come Giuliano Razzoli lo è in slalom? Ah, bisognerà pensare anche alla gara a squadre…