Preparazione fisica, tallone d’Achille dello sci femminile. Atlete, osate di più

Partiamo dalle Finali di St. Moritz e dagli spunti offerti. Intanto, finalmente abbiamo avuto sempre il sole, tranne qualche nuvola nella giornata delle due discese. A livello femminile, mi piace molto la pista del superG e ritengo vada bene quella del gigante. Quella di superG è un… “parco giochi”, sarà bello vedere come tutti dovranno essere in simbiosi con il terreno, dal tracciatore, che dovrà seguire e sfruttare la conformazione dello stesso, agli atleti. Un susseguirsi di muri, muretti, dossi: vincere a St. Moritz è meno facile di quel che si può pensare. Per la discesa molto dipenderà da come verrà tracciata nella parte centrale, mentre in slalom, onestamente, per come stanno le cose in questo momento, si potrebbe fare andare le atlete in salita, tanto vincerebbe sempre la stessa… Le altre in questa disciplina devono darsi veramente una mossa. Se vogliamo individuare l’unico nome che potrà provare a dare fastidio a Shiffrin nell’immediato futuro, per me è Holdener. Non vedo altre giovani all’orizzonte che potranno colmare il gap su Mikaela.. Mi dispiace molto per Noens, il suo infortunio quando era di nuovo al top è una vera tragedia sportiva.

MONDIALI 2017 – La pista del gigante maschile ai Mondiali del 2017 non sarà quella vista alle Finali, ma scenderà su quella di superG e di discesa. Lo slalom invece è facile, atipico, potrebbe essere solo più lungo fra un anno, ma il pendio è quello. I giovani, come si è già visto, rischieranno di andare a rompere le scatole ai favoriti. Atleti pur forti come Gross, Kristoffersen dovranno lavorare parecchio, perché di pendenze qui ce ne sono ben poche. Ultime considerazioni sulla prossima rassegna iridata: mi pare che l’organizzazione abbia superato il test in maniera positiva. Non dimentichiamoci poi che i Mondiali saranno a febbraio, quindi con ben altre temperature. Potrebbe fare anche molto freddo in quel periodo a St. Moritz e dovremmo trovare nevi secche, asciutte, fredde. Sarà importantissimo trovare il giusto set-up con i materiali.

NOVITA’ – Parlando di gare, vorrei sottolineare la grande prova di Taina Barioz in gigante, in entrambe le manche, con una Francia che forse aspettava altre atlete e invece ha riscoperto proprio Barioz e poi scoperto Miradoli, e aggiungo anche tra le perle della settimana lo straordinario passaggio sulla compressione, in superG, di Tina Weirather, rischiando l’impossibile. E’ stata eccezionale. Le altre atlete sono rimaste nella loro media di rendimento stagionale. Questa si è anche rivelata, per me, la stagione delle occasioni perdute, soprattutto per quelle ragazze che avevano ventilato la possibilità di lottare per la classifica generale: mi riferisco a Viktoria Rebensburg e Tina Weirather. La prima deve avere un problema mentale: non è possibile buttare via occasioni enormi e poi sciare come ha fatto nella seconda manche sia a Jasna che a St. Moritz. Certo, in gigante puoi recuperare, in velocità no. Troppe occasioni buttate per lei in discesa e superG. Dovrà lavorare sull’attivazione fin dalla prima prova, fin dal mattino presto. E’ evidentissimo questo problema. Weirather nel finale di stagione ha mostrato invece una capacità tecnica straordinaria che la porta al limite delle sue possibilità, ma doveva essere questa già da inizio stagione. Secondo me manca qualcosa dal punto di vista della preparazione atletica da rivedere in vista dell’estate.

LAVORO ATLETICO – Ecco, mi soffermerei proprio su questo punto perché può fare veramente la differenza a livello femminile: nel gigante delle finali dopo 50’’, erano tutte in difficoltà tranne poche atlete, quelle più forti, Brem e Gut in primis. Le altre non ne avevano più. Bisogna lavorare meglio d’estate, ma bisogna anche aver voglia di farlo, di spingersi al limite perché poi l’allenamento in questo senso paga dopo, sugli sci. Questo è per me, da sempre, il tallone d’Achille del movimento femminile. Pochissime atlete sono disposte a spingersi al limite nella preparazione, a soffrire, a sputare sangue durante la preparazione fisica. Però poi, dopo, quando la stagione va avanti arriva inevitabile il calo fisico e lo si nota in moltissime atlete. Le scelte tecniche-tattiche fanno la differenza, sì, ma solo se supportate da una preparazione fisica adeguata. E la forza mentale ne è una diretta conseguenza: mens sana, sì, ma in corpore sano.

FUTURO – Come ha detto Anna Fenninger, da oggi si riparte da zero per tutte. Ma questo è un periodo già molto importante per la programmazione. Chi deve correggere gli errori, che lo faccia subito. Chi vuole spingersi oltre con il lavoro, devo farlo immediatamente. Mi piacerebbe vedere atlete che sappiano mettersi in gioco nella preparazione fisica spingendosi oltre il limite; e poi che abbiano anche il coraggio di essere più esigenti nei confronti degli allenatori o dei dirigenti, mi riferisco a quelle atlete di talento che però sono ancora nel limbo. E’ importante che ci sia un confronto atlete-tecnico e che la crescita sia di entrambi. Urge darsi una mossa…

Si potrebbe pensare che sono molto critico ma in fondo, a questo livello e con il potenziale che c’é, mi permetto di essere esigente, come lo sono sempre stato, nei confronti della Coppa del Mondo e di chi la compone…

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