Possono rompersi tutti i pali in uno slalom di Coppa?

Molti atleti danneggiati dalla rottura dei pali nello slalom di oggi

La Coppa del Mondo di sci alpino ha bisogno di un salto di qualità per essere equiparata ai grandi eventi professionistici di altri sport. Sono troppi i dettagli a fare la differenza per la buona riuscita tecnica della competizione, anche senza estendere lo sguardo agli eventi collaterali.

SHANGAI –
Nel bellissimo slalom odierno sulla Face de Bellevard di Val d’isere la problematica dei pali che si rompevano regolarmente ad ogni passaggio (soprattutto nella seconda manche) è stata da bollino rosso. Non parlo di un dettaglio secondario, ma dei pali della tracciatura, cioè il percorso di gara.
Chi ha fatto slalom a qualsiasi livello sa perfettamente quanto influisca un palo che scivola a fianco dell’atleta, anche senza incrociare necessariamente le traiettorie dello sci. In una disciplina che fa del tempismo, del ritmo e della prontezza di riflessi una delle sue peculiarità, vedere pali saltare in aria (letteralmente staccarsi dallo snodo, con le aste che si sfilavano dal supporto avvitato nella neve) ad ogni discesa è assolutamente inaccettabile, specialmente a questi livelli.

E LA SICUREZZA? – Senza dimenticare la pericolosità: se toccano una lamina dello sci, l’atleta è per terra, con conseguenze da valutare. Visti i battage fatti dalla federazione internazionale sugli investimenti verso la sicurezza (primo fra tutti lo sbandierato sci da gigante con sciancratura ridotta che ancora oggi fa discutere atleti e tecnici) credo che non sia possibile scivolare su una buccia di banana del genere.

FORNITORI ALL’ALTEZZA –
Ok a non monopolizzare le forniture, ma quando i pali (nell’occasione forniti da MDN, azienda francese), condizionano pesantemente la gara come è avvenuto oggi, allora forse è meglio alzare gli standard qualitativi richiesti  e rivolgersi ad aziende di comprovata esperienza negli eventi top. Molta rabbia tra gli atleti nel parterre di gara, con qualcuno (tipo Razzoli o Pinturault) che è stato danneggiato. Il DT azzurro Max Carca ha anche richiesto di poter riportare Razzoli in partenza, ma il regolamento non lo consente: il palo non è uscito dalla sua sede (per cui imperizia nella gestione del percorso di gara), si è spezzato in corrispondenza dello snodo, per cui danno oggettivo e sfiga dell’atleta. Che il prodotto utilizzato fosse all’altezza dell’evento, questo è però tutto da discutere. Per gli organizzatori, il fornitore tecnico e la FIS una brutta figura in mondovisione.

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