Petra Vlhova si difende dall’attacco di Mikaela Shiffrin: è lei la regina di Zagabria. Inforcata per Lara Della Mea

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Cambiano poco le condizioni nella seconda manche di Zagabria: temperatura sempre intorno ai 7 gradi, umidità, sale, pali tassellati e tante foglie in pista. Metteteci anche il vento che dopo diciassette pettorali costringe gli organizzatori a togliere il gonfiabile del traguardo. 

Alla fine non cambiano le prime due posizioni: Mike Day traccia un po’ più angolato per la sua Mikaela Shiffrin, un disegno che fa tante vittime, non la statunitense che sembra incollata nelle buche su un manto viscido e insidioso. Ma anche Petra Vlhova fa il suo, si difende alla grande e alla fine perde solo 14 centesimi. Vince la slovacca con mezzo secondo sulla statunitense. Terza Katharina Liensberger che invece ne commette di tutti i colori, ma fa un finale importante: anche il distacco è importante, +2.11, ma vale il podio. Quarta Wendy Holdener, quinta la canadese Ali Nullmeyer, best crono nella seconda manche e dodici posizioni recuperate.

Mikaela Shiffrin ©Agence Zoom

Italia ancora a secco. Lara Della Mea, unica azzurra qualificata, partiva dal ventitreesimo posto della prima manche e aveva davvero una bella chance. Non che la pista fosse bellissima, per usare un eufemismo, ma si è visto ben di peggio e si poteva provare: è partita sì determinata, aveva un bel ritmo, ma ha inforcato troppo presto. Fa parte del gioco, ma era davvero un buona occasione per andare a punti, viste anche le tante uscite. E sarebbe stato anche un bel colpo per il morale.
Invece così nei cinque slalom sin qui disputati le azzurre hanno raccolto solo 25 punti con Martina Peterlini (con due top 30 nei due slalom di Levi), adesso, lo sapete, ai box per infortunio. Alla fine il miglior piazzamento sinora è quello di Federica Brignone, sedicesima a Lienz, arrivata alla gara austriaca solo con qualche giro dopo in slalom dopo la trasferta nordamericana. Restano ancora due slalom prima dei Giochi (Kranjska Gora e Flachau, che arrivano quasi subito, il 9 e l’11 gennaio), una sorta di ultima chiamata per andare a Pechino.

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