Francesco Persio Pennesi è un volto conosciuto nel mondo dello sci. Avvocato – e maestro di sci con esperienze in Italia ed all’estero tra Bariloche, Valle Nevado, Aspen e St. Moritz -, ha concentrato le sue conoscenze lavorative sulla sicurezza.
«Ho realizzato il primo manuale sulla sicurezza sugli sci ed ho partecipato, su incarico del Governo, alla stesura del Decreto legislativo 40/21 sulla sicurezza in pista. In tanti anni di professione ho lavorato su casi di incidenti che si sarebbero potuti evitare, per questo ho deciso di insistere su questo settore e credo che i primi risultati si siano visti. Sono orgoglioso di quello che sono riuscito a smuovere su questo aspetto, sempre e solo a titolo personale e gratuito, senza risorse esterne.
L’incolumità degli atleti in pista è fondamentale e deve essere uno degli argomenti principali sui quali lavorare anche a livello di Consiglio Federale. E non penso solo alle norme, ma anche ad un confronto diretto con le istituzioni.
Gli sciatori tutti, ma soprattutto atleti degli sci club ed anche gli allenatori, visto che stiamo parlando di Consiglio Federale della Fisi, devono essere adeguatamente tutelati sia quando sciano in campo libero, sia nelle piste di allenamento, sia nelle manifestazioni agonistiche.
Nello specifico per quanto riguarda la sciata in campo libero la nuova normativa che ho predisposto per conto del Governo ha introdotto importanti novità in tema di segnaletica, recinzioni, regole di condotta, il test alcolimetro… Per quanto riguarda gli sci club esiste adesso una norma specifica per disciplinare le piste di allenamento, si possono apportare delle modifiche e dei miglioramenti; per esempio si possono dare indicazioni per l’utilizzo di particolari protezioni, per la recinzione e delimitazione della pista, in modo da migliorare il divieto assoluto di entrare nella pista di allenamento.
Sulla sicurezza degli atleti in gara, non ho avuto modo di poter affrontare finora l’argomento, perché non era contemplato nell’incarico che mi era stato dato da parte del Governo, ma credo che anche qui ci sia molto da fare sia in termini di verifica sull’agibilità delle piste sia sui materiali. Aspetto fondamentale soprattutto a livello giovanile».
Sicurezza, ma non solo. «Beh, quella è un po’ la mia ‘missione’, ma vorrei lavorare anche su altri aspetti: penso al sopporto degli atleti in difficoltà durante il loro percorso agonistico e qui torniamo ancora al problema degli infortuni.
E poi la tutela degli atleti al termine della loro carriera, magari coinvolgendoli all’interno della Federazione per valorizzare le loro esperienze.
Altri aspetti, la scuola e la necessità di allargare la base, che direttamente si intrecciano: penso ad un un progetto di collaborazione tra la Fisi ed il Ministero della Pubblica Istruzione, così attraverso un’adeguata programmazione e con il dialogo tra le istituzioni, sarebbe possibile consentire a tutti i ragazzi di praticare gli sport invernali, a prescindere dal ceto sociale, dall’essere o meno degli atleti e dal partecipare a gare».
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