Paris: 'Consapevole di essere un discesista completo'

'Domme': «Quando sei nei cinque vuol dire che hai fatto una gran gara»

Per un pelo. Per 13 maledetti centesimi. Per una linea sbagliata, per una curva non tirata a dovere. Praticamente per un niente, Dominik Paris perde il podio nella seconda libera stagionale sulle nevi ‘a stelle e strisce’ di Beaver Creek. Il forestale della Val d’Ultimo chiude tuttavia con un ottimo quarto posto, che lo inserisce a questo punto, senza se e senza ma, fra i più competitivi discesisti dell’inverno 2015. C’erano dei dubbi? Pochi, pochissimi, ma c’erano. Del resto il livello nello sci alpino in Coppa del Mondo è sempre più alto e ‘Domme’ era reduce da un anno balordo a causa di problemi fisici.

INVERNO SCORSO BALORDO – E di questo parla subito ‘Parigi’ dopo il quarto posto in Colorado: «L’anno scorso è andato tutto male. Quella caduta in Gardena, poi il ritmo gara scomparso, la condizione difficile da recuperare, gli altri che non mollavano mai e progredivano costantemente. In estate sono ripartito, consapevole tuttavia che era solo una questione fisica Se sto bene, so di essere sempre competitivo».

COMPLETO – Paris è un ‘pezzo da novanta’, una garanzia. «Sono un discesista completo. Mi trovo a mio agio sul piatto e sul ripido, sul facile sul difficile. Il podio? Peccato essere quarto, ma quando sei nei ‘top five’ in Coppa del Mondo è sempre un risultato straordinario, Sono contento oggi, perchè so davvero di essere a mio agio su ogni pista. Peccato per quell’errore. Ho sbagliato l’ultima curva del muro, ho fatto quei cinque metri in più di traiettoria che mi hanno fatto perdere velocità».

FEELING IN SQUADRA – Paris ci parla dei suoi ‘uomini’: «Non ho segreti particolari. Ho lavorato bene in estate con il mio preparatore atletico Matthias Schnitzer e con Tommaso Frilli. Poi i coach sulla neve sono davvero importanti per me. Gianluca Rulfi certo, ma per alcuni trucchi, per certi passaggi, mi confronto spesso con Alberto Ghidoni ed Alberto Senigaliesi. E poi ovviamente, l’ottimo lavoro con Nordica è stato fondamentale».

 

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