Di Cortina mi sono rimasti diversi fotogrammi molto nitidi riguardanti le gare svolte ai piedi delle Tofane. Un paio della discesa e un paio dal superG. Il primo è l’errore ripetuto in gara da Lindsey Vonn, con quella spalla sinistra che rimane bassa all’interno e impedisce di caricare a tempo lo sci esterno, il quale crea i presupposti per la scivolata nelle reti. L’americana già in passato aveva presentato questo dettaglio da “motociclista”, ma la maggior parte delle volte si è sempre salvata. In questo caso invece, complice la velocità aumentata in entrata dovuta all’eliminazione del salto al Duca d’Aosta, Vonn non è riuscita a gestire questo passaggio, anche a causa probabilmente di qualche scoria mentale rimasta dalla stessa caduta del giorno prima in prova. Non è la prima volta che un’atleta ripete lo stesso errore, ma se lo fa una che ha vinto 77 volte in CdM ci lascia un po’ … ‘con il naso in mezzo alla faccia’.
AUTOSTRADA – Al di là delle ri-cadute di Vonn, mi chiedo se chi ha deciso di togliere il salto al Duca d’Aosta abbia tenuto conto dell’aumento di velocità nelle curve successive (non ci sono molte altre alternative per tracciare la discesa in quel passaggio). Mi chiedo anche se i responsabili abbiano ascoltato l’americana e le altre big dopo le prove, perché “chi più e chi meno” sono state diverse ad aver avuto problemi nel gestire quel passaggio. A ogni modo, ora possiamo dare un nuovo nome alla pista delle Tofane e rinominarla “Autostrada delle Dolomiti” dove neanche a cercarla vi si trova una difficoltà oltre a quella di saper spingere in ogni curva. Infatti Lara ha vinto nelle curve più tecniche che le hanno garantito buona velocità nella parte finale per battere Goggia. Una pista dove soprattutto bisogna portare attenzione a non commettere il minimo errore che può far perdere la gara. In queste condizioni non è facile spiegare a casa tramite la televisione il perché un’atleta vince e l’altra perde, così come non è facile a casa appassionarsi a uno spettacolo assai piatto… Con questo non voglio dire che vincere a Cortina sia facile, al contrario! E’ molto difficile proprio per la peculiarità di questa pista resa liscia appunto come un’autostrada, dove l’unica componente rimasta è la velocità.
GOGGIA – Un altro fotogramma bello nitido è l’uscita di Rumerlo molto scomposta di Goggia, peccato per lei perché aveva la vittoria in mano e Lara, che raramente sbaglia quei passaggi, ha ringraziato e colto una bella vittoria.
VEITH – Alcune altre immagini nitide riguardano le due gare di Anna Veith che ci ha deliziato con delle prestazioni a livello di fisico ancora lungi dall’optimum, ma tecnicamente all’altezza della sua fama. In discesa linee pulite, in superG attacchi e gestione delle curve ottime, pulizia con lo sci esterno e centralità perfetta. Direi che a questo punto St.Moritz potrebbe riservarle belle sorprese. Dipenderà molto dalla meteo e dalle condizioni di pista che incontrerà in Engadina in quanto la gamba, come sottolineato sopra, non è ancora pronta a gestire piste rovinate.
SUPERG – Nel superG di domenica direi che i fotogrammi tecnici più interessanti li hanno forniti Stuhec e Shiffrin. La prima con una gara dai contenuti di alta scuola, concretezza d’azione, continuità e solidità in curva che hanno permesso alla slovena di pennellare le curve del bel tracciato. È vero che Lara probabilmente avrebbe “ucciso” la gara, d’altra parte però le gare si vincono anche arrivando al traguardo. Brava la Ticinese a limitare i danni mettendo in mostra una grande forza fisica nel gestire la caduta. Forse però il fotogramma più interessante l’ha fornito la vera sorpresa del weekend, quella Shiffrin che ha messo quasi tutte in riga facendosene un baffo delle teorie secondo le quali chi non gareggia in DH i giorni prima difficilmente potrà poi essere performante nel superG. Il passaggio più spettacolare delle due gare lo ha proprio proposto lei su quella curva Bivio Tofanina, ora chiamata Delta (quella di Vonn per intenderci), con una linea che solo le più scafate avevano provato a fare. Lei, come se niente fosse, ha attaccato quell’angolo con una sicurezza sorprendente, gestendo alla perfezione il distacco da terra antecedente che introduceva poi all’entrata della curva di quel passaggio nascosto. So solamente che durante la ricognizione Mikaela aveva speso un buon 15 minuti a guardare e studiare quel passaggio…
CITY EVENT – Che dire del parallelo se non che gli uomini mi hanno divertito molto, e che tra le donne solamente Hansdotter, Zuzulova e Shiffrin erano “presenti” con la testa. È una disciplina che richiede molta concentrazione e capacità di lasciarsi trascinare dalle emozioni, le discese durano poco e non c’è tempo per pensare. Tecnicamente è stato interessante notare i diversi “stili” tra gli slalomisti, dove il tedesco Strasser ha mostrato le novità più curiose, piedi sempre sotto e con l’esterno sempre in “parallelo” allo sci interno, così da farlo correre al meglio. Koroshilov e Ryding, per certi versi simili, hanno denotato la loro poca abitudine a uscire dagli schemi essendo molto strutturati nella loro posizione sugli sci (difatti sono performanti solamente su determinate piste). Peccato non fosse presente l’austriaco Feller, colui che ai miei occhi avvicina di più la sciata di Kristoffersen, avrebbe sicuramente dato quel tocco di freschezza in più alla manifestazione. Tra le donne invece ancora una volta Shiffrin a dimostrare che la sua tecnica rasenta la perfezione, permettendole di gestire le varie discese con ampio margine. Anche lei ha commesso un piccolo sbaglio sul salto, ma non lo ha certamente più ripetuto. Anche i grandi campioni sbagliano, ma non due volte… Spero che sul posto ci sia stato un bello show con annessi e connessi, perché… visto dalla TV ritengo si potrebbe fare molto di più creando lo spettacolo nel vero senso della parola, evitando di lasciare allo sbaraglio i vari commentatori che devono limitarsi a commentare tecnicamente una gara che di tecnico ha poco o niente da raccontare…