Si parla sempre delle enormi cifre che servono per organizzare una gara di Coppa del Mondo. E così abbiamo chiesto a Rainer Senoner, presidente del comitato organizzatore delle tappe della Val Gardena, una panoramica generale, non solo sul massimo circuito.
Partiamo dalle tue gare, di che cifre si parla?
«Il nostro budget si aggira intorno ai 2 milioni e 400mila euro. Avendo due gare veloci è sicuramente più alto rispetto a quello di chi organizza prove tecniche».
Le voci di spesa maggiori?
«La gestione dell’evento, la sicurezza e l’assicurazione sono sicuramente i costi che incidono di più».
Le coperture?
«Diritti televisivi, diritti commerciali ed enti locali. Con la vendita dei biglietti arriviamo a pareggiare i conti, in quanto i costi sulla preparazione dello stadio sono molto alti, ma restano una minima parte delle entrate».
Quanti biglietti avete venduto?
«10.300 il sabato, 4.500 il venerdì. E sono dati reali».
Alla Fis e alla Fisi che cosa dovete cedere?
«La quota d’iscrizione al calendario internazionale non incide tanto rispetto al budget. Poi ovviamente c’è il 40% dei diritti televisivi che deriva dall’accordo sottoscritto con la federazione nazionale».
Avete ospitato anche i recuperi delle gare femminili, quanto hanno inciso?
«È una voce extra rispetto al budget del maschile. Abbiamo aggiunto circa 800.000 euro».
Allora potrebbe essere questo il costo di una tappa femminile?
«No, perché la pista era già pronta, i costi delle gare femminili sono simili a quelli per le gare maschili, le entrate sono però più basse».
La Fis in questo caso dà un aiuto agli organizzatori?
«Mondiali a parte, non c’è nessun intervento diretto a livello economico della Fis nelle prove di Coppa del Mondo».
Quindi gli sponsor della Fis, penso ad Audi, non danno nulla agli organizzatori?
«I soldi derivanti da queste sponsorizzazioni vengono utilizzati per pagare la struttura che dirige la Coppa del Mondo. Ci sono precise indicazioni nel contratto per l’evento, alle quali gli organizzatori devono attenersi».
Quanto costa un pettorale?
«Non si può quantificare. Mi spiego, ogni federazione fa un contratto per i diritti televisivi per conto degli organizzatori: la Fisi lo ha fatto con Infront. Possiamo invece trattare autonomamente sul settore marketing. Potremmo gestirlo da soli oppure, come nel nostro caso, ci affidiamo a un’agenzia, che è Infront, e a loro abbiamo ceduto il pacchetto completo di pettorali, striscioni e quant’altro».
In quanti paesi del mondo sono state trasmesse le immagini della Val Gardena?
«Tra dirette, differite, servizi, con ogni tipo di piattaforma, siano arrivati a 53, con una stima di circa 300 milioni di spettatori».
Il mercato più in crescita?
«L’Asia, sicuramente».
Quante persone sono coinvolte nella Coppa del Mondo?
«Nei giorni delle gare arriviamo a 450, per ogni evenienza».
A tempo pieno?
«Adesso abbiamo due collaboratrici che lavorano a tempo pieno per noi».
Come funziona invece una tappa di Coppa Europa?
«In una riunione a Zurigo gli organizzatori delle tappe fisse di Coppa del Mondo si sono impegnati a fare in modo di promuovere le discipline veloci. Noi abbiamo optato per le gare Fis di inizio stagione che organizziamo ormai da parecchi anni e non per la Coppa Europa anche perché in Alto Adige lo staff della Val Sarentino organizza ottimamente le gare di questo circuito internazionale».
Ma quanto può costare una tappa di Coppa Europa delle discipline veloci?
«Intorno ai 100, 120 mila euro».
Gare Fis, quanto si spende nell’organizzazione di queste prove?
«Spendiamo circa 30.000 euro».
Una cifra che basterebbe per un campionato italiano Giovani?
«Direi di sì, dai 30.000 ai 35.000 euro».