Era nell’aria da tempo, si dice che avrebbero voluto dare l’addio al mondo della gare in una grande festa a Cortina d’Ampezzo, magari insieme a Johanna Schnarf, ma sappiamo benissimo com’è andata a finire. E così, pochi giorni dopo il ritiro di ‘Hanna dai capelli rossi’, anche Nadia ed Elena Fanchini salutano. Le due sorelle bresciane, legatissime nella vita, hanno annunciato insieme la conclusione della loro carriera: Nadia è diventata mamma di Alessandro nel mese di dicembre, Elena ha vinto la grande battaglia contro il cancro.
«Ho cominciato a gareggiare con Elena – racconta Nadia – e insieme finiamo. Il momento del ritiro dalle competizioni è comunque difficile, da atlete sappiamo che prima o poi arriva, però quando hai vissuto così tanti anni la attività che ami, ti rimane un po’ di tristezza nel cuore. E’ stata una carriera ostacolata da troppi infortuni, che mi hanno impedito di raggiungere i traguardi che mi ero prefissata, dobbiamo accettare ciò che il destino ci ha dato. Adesso stiamo entrambe bene e ci riteniamo fortunate. Qualsiasi gara mi ha regalato qualcosa di diverso, ogni podio mi ha lasciato emozioni particolari, è chiaro che quando raggiungi una medaglia in un Mondiale rimani colpita. Diciamo che la mia attività è stata costellata comunque da tante belle giornate, così come quando sono tornata fra le migliori sette nel gigante di Coppa del mondo. Fortunatamente nel mio cuore conservo tanti bei ricordi. Sicuramente mi lascia l’amaro in bocca il quarto posto nel gigante olimpico di Sochi, e l’ultima gara disputata a Soldeu nel 2019 conclusa al quarto posto. Ma in quella giornata c’era scritto il mio destino: indossai il pettorale numero 17, lo stesso giorno in cui è nato mio figlio Alessandro. Credo sia stato un segnale del destino. Del mio ambiente mi mancherà tutto: l’adrenalina, le compagne di squadra, lo staff, gli allenatori e tutto l’ambiente federale che ringrazio, sono stata veramente bene con tutti. Il mio prossimo futuro è fare la mamma, rimarrò nel Gruppo Sciatori Fiamme Gialle, mi piacerebbe molto rimanere nel mondo dello sci».
C’è grande commozione anche nelle parole di Elena. «Cominciai la carriera nel 2005 con quei bellissimi Mondiali di Bormio nel 2005 in cui vinsi un po’ a sorpresa l’argento in discesa, sembra lontano ma in realtà è passato tutto con grande velocità. Rimane tanto rammarico per non avere chiuso la mia vita agonistica in pista, è stata una scelta sofferta, ma non ho potuto fare altrimenti, perchè ho dovuto concentrarmi sulla mia salute. Non riuscirò più a tornare ad alto livello, non dimenticherò mai niente di tutto ciò che ho vissuto, rifarei tutto mille volte, errori compresi. Ho gioito, ho sofferto, tutte emozioni che porterò sempre dentro di me, così come porterò questa sacra fiamma che mi tiene viva. I controlli relativi alla mia salute stanno andando bene, gli ultimi due anni sono stati difficili, spero di continuare a vivere una vita normale, sicuramente rimarrò nelle Fiamme Gialle e nel nostro mondo. Il giorno della medaglia iridata è stata la più bella della mia vita, se ripenso alla mia carriera ci sono stati infortuni, il rammarico più grande è quello di non essere mai riuscita a fare una stagione intera senza incidenti, però la gioia di rientrare in pista mi ha sempre avuto la meglio».
«Il ringraziamento mio e di tutta la Federazione va alla famiglia Fanchini per quanto è riuscita a trasmetterci in questi anni – dice il presidente della Fisi, Flavio Roda -. La loro passione ha fatto breccia nei nostri cuori, i ripetuti infortuni patiti in carriera da Elena e Nadia hanno restituito loro maggiore carica e attaccamento allo sci, anziché indebolirle. Rimangono per tutti noi un esempio da seguire, avrebbero meritato maggiore fortuna nella vita sportiva, auguro a entrambe il meglio per il futuro».