Si fa il nome di Robert Brunner come direttore agonistico unico
La prima intervista del nuovo mandato da presidente della Fisi Gianni Morzenti l’ha sicuramente concessa a noi di Race ski magazine: eravamo gli unici rimasti nel salone congressi del Lingotto di Torino, a parte i diretti interessati allo spoglio delle ultime schede relative al collegio dei revisori dei conti. Dopo aver completato il suo giro di strette di mani e abbracci, si è finalmente seduto in un angolo della sala. È stata una giornata lunga per Morzenti: prima il testa a testa serrato – ma veramente serrato – con Carmelo Ghilardi per la presidenza. Poi il timore che la lista dei consiglieri uscisse farcita di ‘Ghilardiani’. Quando è stato ufficializzato l’elenco definitivo dei consiglieri laici, ha finalmente tirato un sospiro di sollievo. «Mi ha appena chiamato Petrucci. Si è complimentato per questa vittoria elettorale. Meno male che dicevano che non andavamo d’accordo!». E poi le prime considerazioni sui risultati. «Avrei preferito che venisse eletta in toto la mia lista, però va bene anche così». Dal consiglio usciranno alcuni dei suoi storici avversari: Carmelo Ghilardi, in primis, poi Dario Bazzoni e Arturo Guidi. Rimangono alcuni uomini un po’ indigesti: Rainer Senoner, Lorenzo Conci, Marco Mapelli, oltre ai consiglieri atleti Kristian Ghedina, Anastasia Cigolla e Gabriella Paruzzi che si sono presentati nella lista di Ghilardi. «Purtroppo non sono state elette alcune persone molto capaci, che avrebbero potuto contribuire con la loro esperienza alla crescita della federazione: parlo di Gian Pietro Pepino e Vittorio Menghini. Quest’ultimo, in particolare, aveva un ruoilo fondamentale nella gestione delle discipline come lo slittino. Vedrò di affidargli qualche incarico da esterno alla federazione».
Tirato in volto, affaticato dalla lunga giornata. «È stata più dura di quanto immaginassi. Già dalla campagna elettorale, che penso sia stata spropositata rispetto alla posta in palio e con toni fin troppo accesi. Comunque sono soddisfatto, credo che nel prossimo quadriennio potremo lavorare bene. Ora ci sono le prime incombenze, come costituire il consiglio di presidenza e preparare le deleghe in Fis». Per i vice-presidenti i nomi sono presto fatti: i fedelissimi Richard Weissensteiner e Alberto Piccin, poi non si esclude il nome di Dante Berthod che ha ricevuto molti voti e soprattutto ha portato la Valle d’Aosta in blocco dalla parte di Morzenti. E poi si inizierà con la parte esecutiva: nell’ambiente si freme per conoscere gli incarichi in vista della prossima stagione agonistica. Non a caso Claudio Ravetto si aggirava al Lingotto con un accredito al collo con su scritto ‘direttore tecnico (forse)’. «Bisogna mettersi attorno ad un tavolo e discutere. In ogni caso le idee non mancano». Da tempo si parla di una nuova figura di direttore agonistico unico per lo sci alpino, a capo del settore maschile e femminile. Si è fatto il nome dello stesso Ravetto, ma Morzenti l’ha smentito. «Ravetto? È un direttore tecnico, non un direttore sportivo. È troppo prezioso ‘sul campo’. Ci sono un paio di nomi ‘caldi’ per questo ruolo, ma dobbiamo concludere le trattative. Comunque confermo che è fondamentale l’inserimento in organico di una figura con queste competenze». Abbiamo insistito un po’ e alla fine è uscito un nome solo dei due: quello di Robert Brunner, che dopo molti anni potrebbe lasciare la federazione austriaca. Anche se, insieme a quella della Fisi, ha ricevuto anche un’offerta dal comitato olimpico austriaco. Difficile ottenere altri nomi da Gianni. Una conferma, però, l’abbiamo ‘estorta’ sul nome di Stefano Dalmasso come nuovo responsabile del settore giovanile al posto di Flavio Roda che dovrebbe rivestire incarichi in seno alla Coscuma. In chiusura una nota ‘velenosa’. «Non mi è piaciuto il ‘mercanteggiare’ di voti a cui ho assistito negli ultimi giorni. Credo che non sia il modo giusto per ottenere il consenso della base». La campagna elettorale è ormai alle spalle: inizia il lavoro per il Morzenti-bis: giovedì è convocato il consiglio federale.