Ha sempre un po’ vissuto all’ombra degli altri. Sugli sci era il secondo francese dietro a, nel mondo del gossip era il fidanzato di.
Oggi a 29 anni Mathieu Faivre si è ripreso tutta la scena: ha due medaglie mondiali al collo, tutte e due d’oro. Il suo rivale di sempre, Pinturault, ne ha anche lui due, ma nessuna ‘gialla’, così come la sua ex, Mikaela Shiffrin, tre medaglie, un solo titolo mondiale. C’è ancora lo slalom, ma lui nel medagliere potrebbe essere davanti a loro.
È uomo del Sud, è nato a Nizza, ma è un Isolen, vale dire un montanaro che arriva da Isola 2000, la stazione di riferimento per i nizzardi, appena aldilà del ‘nostro’ Colle della Lombarda (che d’inverno, però, è sempre chiuso). In pratica d’estate è più vicino a Cuneo che a Nizza…
Una sorta di bimbo prodigio: suo padre Jean-Marc era maestro, sciava con lui e lui con gli sci andava persino a scuola. Va fortissimo in tutte le categorie giovanili, è sempre primo nel suo comitato, quella della Costa Azzurra, brilla anche a livello nazionale. Per crescere, però, visto che vuole diventare sciatore professionista, deve emigrare al Nord, in Savoia. E sulla sua strada incrocia Pinturault che è un anno più vecchio di lui. Riesce a vincere un titolo mondiale in gigante a diciott’anni, ma il suo rivale in quei giorni era già in Coppa del Mondo. Non vinceva, ma era a sfidare i grandi. Quando c’era Pinturault, ai Mondiali giovanili, vinceva lui, e Mathieu finiva alle sue spalle.
Il 2016 potrebbe essere la svolta: a febbraio, arriva il primo podio in Giappone (secondo, guarda caso dietro a Pinturault che in quell’occasione festeggia la decima vittoria in Coppa), a dicembre, nella stagione successiva, realizza il sogno nel gigante a Val d’Isére con la prima (e unica) vittoria in Coppa. Alla fine è anche secondo nella coppetta di gigante, alle spalle di Hirscher, ma davanti a Pinturault. Sembra sulla strada giusta, ma il carattere lo tradisce ai Giochi in Corea nel 2018: è settimo il gigante, ma ultimo dei quattro ‘galletti’ (terzo Pinturault, quinto Fanara, sesto Muffat-Jeandet). Risponde che la gara a squadre non gli interessa, così David Chastan, il boss dei Blues, lo rimanda a casa. E finisce anche la love story che lo aveva portato alla ribalta del social.
Fatica a ritrovarsi. Chiede scusa e torna in squadra, resta uno dei gigantisti più forti, ma non il più forte. Va solo una volta sul podio, secondo nel gigante di Sölden nel 2019. In questa stagione il trend sembra lo stesso: ottavo in gigante, decimo in parallelo. Poi arrivano i Mondiali, et voilà, Mathieu entra nella storia dello sci francese: per l’oro della prima volta del parallelo ai Mondiali, ma soprattutto per quel titolo in gigante che alla Francia mancava dal 1968, quando a vincerlo fu una leggenda come Jean-Claude Killy.