Per i Giochi Olimpici coreani Liski si è mossa in anticipo. Già cinque anni fa avvennero i primi viaggi in Corea del Sud per alcuni contatti iniziali. A volare dall’altra parte del mondo furono subito Diego Parigi insieme a Modesto Santus. Un approccio con il comitato organizzatore non facile, perché oltre alle forniture si nascondevano anche gli aspetti delle installazioni. E così l’azienda si è messa d’anticipo, istruendo il personale locale e fornendo manuali di gestione, installazione e ricovero.
Liski, alla sua quarta Olimpiade, ha agito in stretta collaborazione con la provincia di Gangwodo e con il POCOG. Uomini divisi in ogni settore, con Santus dietro alle installazioni, Alberto Cigala e Marco Bevacqua nella sede operativa di Brembate e il patron Diego Parigi a coordinare le operazioni. Un lavoro non solo sulle piste dello sci alpino, Jeongseon e Yongpyong, ma anche al Phenix Park, dove si svolgeranno le gare di snowboard e skicross e Alpensia, la sede delle discipline nordiche. Allestimenti delle piste riservate alle competizioni, così come per gli allenamenti e i tracciati di servizi, perché la sicurezza è una priorità importante.
A Jeongseon, la sede della velocità, Liski ha installato per 3,6 chilometri di reti A con 180 pali Pro-k da 12 metri di altezza. A Yongpyong, sede delle discipline tecniche, 1600 metri di reti A con 90 pali. A Phenix Park invece, nell’area dello snowboard e dello skicross di protezioni ne sono state posate per un totale di 180 metri con 10 pali, oltre ai cancelletti di partenza. Anche lo sci nordico va allestito e così sono stati posati 4,5 chilometri di reti di delimitazione e tutti i v-boarder, ossia i delimitatori dei percorsi. Numeri da capogiro anche per i pali: 2.500 per lo sci alpino, 100 per lo snowboard, oltre a 2.800 transenne (5,6 chilometri) di delimitazione. E poi materassi in gomma piuma e altri materiali, per un’Olimpiade all’insegna della sicurezza made in Italy.