Una vittoria speciale quella di Sara Hector a Kraniska Gora. E non solo perché sulla Podkoren 3 l’anno scorso non si era neppure qualificata, ma soprattutto perché era in pratica da sola. Lei e Sara Rask, viste le tante assenze causa-covid nella nazionale svedese. E un solo allenatore dello staff al suo fianco, Christian Thoma. «Purtroppo anche i tecnici sono bloccati a casa, tanto che ho chiesto ad un allenatore della Coppa Europa di venire a darmi una mano. Pure lo skiman di Sara è bloccato per la quarantena: per fortuna vive non troppo lontano, in Austria: ha preparato gli sci nel suo laboratorio di casa e siamo andati a prenderli».
Per la svedese questa stagione è quella da incorniciare, a 29 anni. «La conosco da tantissimo tempo, so il suo valore, tecnicamente è sempre stata forte, ma ha perso tante occasioni perché voleva sempre strafare. E poi mettici anche gli infortuni al ginocchio, con la cartilagine che è quella che è, e bisogna sempre tenerla sotto controllo. In questa ultima estate si è potuta allenare nel modo giusto perché stava bene fisicamente, abbiamo lavorato molto sulla gestione della sciata: lei è potente, ma sa anche essere molto fluida. Ma soprattutto è migliorata mentalmente, con maggiore serenità nella sua vita. Adesso poi dal primo podio di Courchevel ha maggiore fiducia in se stessa in gara e sono arrivate così anche due vittorie. Quando ho visto le sue prime tre curve oggi mi ha impressionato».
Stato di forma incredibile, prima nella generale di gigante, con Pechino nel mirino. «Sì, ma c’è ancora un mese. Adesso la preoccupazione maggiore er noi è quella della pandemia. In pratica ogni atleta svedese vive isolata. Pensa che a Zagabria Anna Swenn Larsson alla fine era in lacrime, ma non perché era uscita, ma perché aveva paura dell’esito del tampone…».
Una nazionale, quella svedese femminile, che sta crescendo con un Christian Thoma che si sta godendo il momento. Anche se da solo in una stanza di un albergo sloveno…