Alla vigilia del primo slalom stagionale nessuno probabilmente in casa Italia coltivava speranze di podio a livello femminile, ma piazzare due atlete nelle top ten era assolutamente un risultato possibile e, vista la gara e l’ottima preparazione della pista, quasi doveroso. C’è andata vicino Manuela Moelgg, 13esima a undici centesimi dalla top 10, ma ovviamente non basta assolutamente. Tanti piccoli errori per Irene Curtoni, mai in gara Chiara Costazza. Al di là però delle veterane, che danno quello che possono e comunque in carriera qualcosa hanno fatto (dieci podi Manu, uno in gigante Irene, una vittoria Chiara, l’ultima azzurra ad aver trionfato nella specialità in Coppa, il 29 dicembre 2007 a Lienz), il problema (cronico) resta il grande vuoto dietro, mentre è doveroso dare a Michela Azzola un po’ di tempo per tornare ad alti livelli dopo due anni e mezzo di calvario; la gara di Martina Perruchon, all’esordio, è durata poco. Prima di sognare risultati in Coppa del Mondo da parte di atlete più giovani (classe ’98 e ’99), bisogna ovviamente cominciare a macinare piazzamenti in Coppa Europa, che da due anni abbondanti ci vede invece in grande difficoltà tra i rapid gates. Certo, nel frattempo le altre Nazioni piazzano atlete come Melanie Meillard (classe ’98 appunto), già al sesto posto in classifica, per non fare che un esempio… La Svizzera non vince uno slalom di Coppa, con le ragazze, dal 2002. Ora però ha Holdener, Gisin, Meillard e Danioth per sognare. La risalita è lunga in questa disciplina a livello femminile per l’Italia, tutto ben noto. A Killington tornerà Federica Brignone anche in slalom e chissà, magari Marta Bassino disputerà la sua seconda gara in Coppa del Mondo nella specialità. Al momento la situazione è questa, figlia di un investimento che non c’è mai stato nel recente passato, ma probabilmente anche di una questione cronica che riguarda la nostra base di lavoro a livello giovanile (si punta tutto sul gigante e non sullo slalom). Bisogna armarsi di pazienza e sperare che le Saracco, le Della Mea, le Lorenzi ecc. ecc. maturino in fretta, a partire però dal circuito continentale. Non c’è altra via.
ANALISI – Intanto, ecco le parole di Luca Liore, responsabile dello squadra di slalom femminile italiana: «Il 13esimo posto della Moelgg ci sta per quello che si era visto – dice da Levi -, senza fare niente di eccezionale. Nel piano in alto e in fondo non ha certo sciato granché bene, si poteva spingere molto di più. Quanto meno è lì vicina alle prime dieci, ma è chiaro ci aspettiamo ben altro. Irene Curtoni si sapeva che non era così pronta per una manche intera, a pezzi è veloce. Ci sono aspetti positivi della sua gara e altri molto meno, per esempio ha perso tanto nel muro dove di solito ha un’altra marcia. Non ha fatto proprio quello che sa fare. La Chiara non è entrata in gara, ha sbagliato l’approccio e poi ok, l’inforcata in slalom ci sta. Perruchon e Azzola avevano grande voglia di fare, sono partite anche “cattive”, ma non sono state sicuramente veloci nel piano. E’ andata così, avremo altre occasioni per dimostrare che le ragazze valgono di più».
MANUELA MOELGG – «Come sempre posso migliorare nei piani – ammette Manu – porto comunque a casa volentieri il mio risultato. Ho sciato senza commettere grandi errori, ovviamente c’è ampio margine. E c’è anche per le mie compagne, che in allenamento mi sono sempre davanti. Credo sia solo questione di tempo. Le giovani oggi hanno fatto parecchi errori, ma sono convinta che anche loro porteranno a termine delle belle manche prima o poi».
COSTAZZA – «Poco da dire. La partenza non è stata proprio come me la immaginavo – ci dice Chicca dalla Lapponia -. Sono molto delusa, ma ho anche tanta voglia di ritornare al cancelletto per la prossima prova. Gli errori purtroppo si fanno, ma ancora una volta cercherò di imparare e lavorare tanto».