Due giorni, giusto due, di riposo “attivo” a casa e poi via verso Bielmonte, nel cuore dell’Oasi Zegna, alpi biellesi, per gli allenamenti in vista della tappa di velocità a La Thuile. Laura Pirovano da Spiazzo in Val Rendena, classe 1997, campionessa del mondo jr di gigante nel 2017 (quinta in superG, settima in combinata), sta silenziosamente costruendo la stagione più bella della sua carriera. Silenziosamente perché le attenzioni in casa Italia in questo momento sono rivolte a Brignone&Goggia per quanto stanno facendo, ma intanto la trentina ha macinato ben cinque risultati tra la quarta e la sesta posizione sia in discesa sia in superG nel 2024-2025, è sesta nella classifica della libera e 18ª nella generale, a 141 punti da quella quota 500 che in realtà rappresenta il vero obiettivo stagionale: «Mettiamola così – ammette Laura -: dovessi ottenere quel podio che inseguo da una vita e grazie a quello raggiungere quota 500 punti, sarei più contenta per questo traguardo che non per il podio in sé». Perché? «Perché finalmente potrei tornare a fare gigante a tempo pieno. Una specialità che amo tantissimo e a cui mi spiace molto dover rinunciare, al momento. Ma con i numeri di partenza troppo alti per me attualmente è impossibile fare punti: quando la pista è tanto rovinata faccio molta fatica sia di fisico sia di testa e non riesco a fidarmi poi in gara. Così si perdono solo tempo ed energie. Ma potendo scendere con un pettorale attorno al n.30 cambierebbe tutto. Il mio sogno è tornare a fare gigante a tempo pieno. Ne ho fatto tanto, in allenamento, a Ushuaia. Durante la stagione diventa più difficile».

E’ vero che Pirovano insegue il podio da diverse stagioni (vanta 11 piazzamenti totali tra la 4ª e la 6ª posizione in Coppa del Mondo), stagioni inframezzate da infortuni gravi e sempre negli anni olimpici, ma è anche vero che non era mai stata così continua al vertice da quando è nel circuito maggiore. Motivo sicuramente di soddisfazione: «Certamente io sono contenta, sia di come sto sciando sia delle continuità. Certo, ogni tanto qualche pensiero mi viene per questo podio che non arriva mai. E magari penso a una Kajsa Lie che ha vinto due medaglie mondiali ex aequo in superG nelle ultime due edizioni… Quando Federica (Brignone, NdR) mi è finita davanti ancora per un centesimo nella seconda discesa di Kvitfjell mi sono detta: “No dai, così no, è un’altra beffa”. Poi sono arrivate altre atlete davanti e alla fine ho chiuso quinta. Magari sto collezionando tutti i centesimi dalla parte sbagliata in questo momento storico e poi gireranno bene per me più avanti. Resto molto contenta di come sta andando la stagione, ripeto, però, ecco vorrei mettere la spunta verde: podio, fatto! E ancora non ci riesco».
Certo, la continuità non arriva per caso. Ancora Laura: «Sono un po’ più navigata, un po’ più esperta sicuramente rispetto al passato. Finalmente mi sento convinta, più matura, aperta e un po’ più solida in generale. E tutto questo già dalla scorsa stagione. Vero, si può pensare che ho 27 anni e sono già da diverse stagioni in Coppa del Mondo, però complessivamente con gli infortuni che ho avuto ogni volta che ho messo fuori la testa per fare un passo avanti poi ho dovuto ricominciare da capo e ripartire da zero. E questo è davvero il primo anno in cui mi sento “diversa”; visti tutti gli stop avuti per me è stato difficile».

Il rendimento per ora è più alto in discesa: «La discesa mi viene istintiva da quando faccio Coppa del Mondo, prima ero molto più gigantista e supergigantista. E pensare che me l’hanno fatta fare nel circuito maggiore solo per conoscere le piste in vista del superG, quando ero agli esordi. E invece… La verità è che in discesa hai le prove che ti aiutano tanto, mentre in superG ancora faccio fatica a sparare subito tutto in una singola manche, perché ovviamente quella specialità va costruita di più, passo dopo passo. In allenamento vado anche molto bene, in gara ancora non mi fido, ho paura di sbagliare troppo e non riesco a scendere con quella spregiudicatezza che ho in discesa».
E che dire della Brignone di questa stagione? «Unica. E’ molto importante per noi avere dei riferimenti che ti tirano, ti spronano. Credetemi, aiuta tantissimo. Se hai dei riferimenti al tuo livello negli allenamenti, del tipo che una volta sei davanti tu e una volta la tua compagna, più o meno sugli stessi tempi, alla fine ti viene quasi da accontentarti; siamo brave tutte e due e stop. Ma se hai una Brignone, per dire, che ti dà un secondo secco in un giro di allenamento, allora diventa tutto più stimolante. Il fatto è che facendo io poco gigante, poi di occasioni per allenarsi assieme non ce ne sono molte. Federica è una grande campionessa, molto umile, non si pone mai con un atteggiamento superiore al nostro, anzi. E’ quella che organizza più attività, che prende più l’iniziativa, che ti coinvolge sempre, ha tantissima energia. E’ spesso lei a tirare il gruppo. Ho un rapporto bellissimo con lei».