Una grande giornata per la squadra di velocità azzurra in Val Gardena. Oltre alla prima vittoria in Coppa del Mondo di Mattia Casse, Pietro Zazzi e Nicolò Molteni hanno portato a casa piazzamenti notevoli: 11° il bormino Zazzi, 16° il comasco Molteni.
«Sono molto contento – ha detto Zazzi a Race –, qui in Val Gardena ho sempre fatto fatica. Non sono in condizioni perfette, ho saltato la seconda prova perché ho problemi alla schiena. Ho preferito andare a fare infiltrazioni e terapia, diciamo che ha pagato, sono contento della mia scelta». È un periodo che Zazzi sta faticando, come ammette lui stesso, ma, vista anche la prova di Casse, «oggi ho stretto i denti. Bene in alcuni passaggi, in altri invece ho perso un po’ di tempo. Mattia [Casse] ci ha detto di spingere e di non rispettare i quattro punti» della pista che ritenevano cruciali durante lo studio del tracciato, ovvero: subito dopo il primo salto in entrata del piano, le due curve della zona Ciaslàt e poi dopo la Ciaslàt per portare la velocità fino in fondo.
«Siamo una bella squadra» conferma Zazzi. Se una volta a portare costantemente risultati erano i soli Innerhofer e Paris, «ora anche noi stiamo crescendo. Sono entrato in Nazionale a 26 anni, età alla quale tanti smettono. È vero che non sono più giovanissimo, sono cresciuto coi miei tempi, ma ora i risultati stanno arrivando».
È una delle prove migliori della carriera anche per il 26enne di Cabiate Nicolò Molteni. «Sono molto contento, è una pista in cui ho faticato in passato, anche partendo da dietro è finita bene. Le prove dei miei compagni di squadra mi hanno dato fiducia. A Beaver Creek mi ero preso un bel jolly sul Golden Eagle, ero rammaricato perché stavo andando bene prima dell’inforcata. C’era rammarico, ma anche la consapevolezza di essere in forma».
«La pista era abbastanza facile – rivela Molteni – quindi bisognava essere bravi a lasciare andare lo sci. Per me è un gran risultato, dimostra che sto sciando bene, dobbiamo continuare a lavorare così».
Contento della sua prova anche Giovanni Franzoni, 30°: «Andare a punti era il mio obiettivo. È una pista sulla quale mi devo difendere, con una neve molle e poche parti tecniche. Mi sono detto che se riesco a fare top-30 in discesa e superG è un lusso. Sto imparando ad affrontare i pezzi più facili, ascoltando tanto i più esperti. Domme mi sta insegnando ad essere più sensibile, come spingere sul ghiaccio in curva o sul piano».