Brezzy Johnson, 29 anni, quando a gara finita capisce che la medaglia d’oro è sua per davvero, scoppia in lacrime. Davanti alle telecamere non riesce a trattenere l’emozione di un successo che ha afferrato con tutta la sua forza su una pista in cui era grande favorita. Ha lasciato correre gli sci sulla Ulli Maier come nessuna ha fatto e ha centrato il primo trionfo in carriera. Mai un successo in Coppa del Mondo, mai una medaglia ai Campionati Mondiali o ai Giochi Olimpici. La storia l’ha scritta oggi sotto il cielo azzurro e il sole di Saalbach, cancellando mesi difficili che ha dovuto affrontare.
L’americana è infatti reduce da un lungo stop per aver infranto il codice previsto dall’antidoping. Ha saltato tre controlli nell’arco di dodici mesi e l’agenzia nazionale l’ha sanzionata con 14 mesi di stop. Questa notizia è emersa nel maggio dello scorso anno ed era retroattiva dall’autunno del 2023. L’ultima gara l’aveva corsa nel settembre del 2023, quando sulle piste cilene di Corralco aveva chiuso al terzo posto una gara della South American Cup, poi è ritornata a indossare un pettorale qualche mese fa, nella discesa di Beaver Creek dell’11 dicembre 2024. Un tredicesimo posto davanti al pubblico di casa, un undicesimo a Sankt Anton, fino al quarto nella discesa di Garmisch. La gara pre-mondiale in cui l’Italia aveva messo a segno una doppietta con Federica Brignone e Sofia Goggia. «L’obiettivo era tornare a essere competitiva per i Campionati Mondiali – è bellissimo vivere una giornata come questa, in mezzo a questo pubblico».

Oggi ha messo la firma sulla discesa iridata, partendo per prima e sfruttando le sue doti. «Stamattina ci ho pensato e mi sono detta: “è un privilegio poter essere qui”. Quando lo sai ed entri in pista hai un po’ di libertà, qualunque cosa accada, sai che hai la possibilità di provarci». È scesa con il pettorale 1, senza particolari riferimenti se non quelli degli apripista, ma nessuna avversaria è riuscita a toglierla dal leader corner. «Sapevo di aver commesso alcuni errori, così come di aver dato il massimo». Ma quel ’41 basso, le aveva aperto la speranza di una medaglia che poi è arrivata. Ed è stata d’oro, dopo una notte insonne, in cui il nervoso ha prevalso su tutto.




