Kostelic parte per il Nord America da leader di Coppa

Buona mentalità, ma troppa foga, per gli atleti italiani

Anche lo slalom ha avuto il suo esordio stagionale, come ormai da tradizione sulle nevi lapponi di Levi. Ora la carovana del Circo Bianco si trasferisce in Nord America, dove si completerà la fase di ‘rodaggio’, in attesa delle grandi classiche di dicembre e gennaio. Qualche indicazione, comunque, abbiamo potuto ottenerla: non è casuale che in vetta alla graduatoria generale ci sia Ivica Kostelic, l’atleta che in estate avevamo indicato come il più motivato pretendente alla sfera di cristallo. A Soelden si è difeso in gigante, nello slalom di Levi si è comportato da fuoriclasse, facendo la differenza in entrambe le manche proprio nelle porte più complicate sul tratto ripido. C’è voluta una manche d’autore di Reini Herbst per superarlo, ma intanto Ivica ha fatto il pieno di punti e di fiducia. Se prosegue così può davvero cercare di sfruttare l’occasione unica di questa stagione in cui le attenzioni di Svindal saranno tutte concentrate sulle Olimpiadi.

Per quanto riguarda lo slalom, si è confermata la grande condizione dei francesi: nella seconda manche di oggi hanno sbagliato nella stessa porta perdendo posizioni in classifica, ma JB Grange e Julian Lizeroux saranno belle ‘gatte da pelare’ per gli avversari lungo tutta la stagione, senza dimenticare la crescita di Missillier e Anselmet. Tra gli emergenti ci sono sicuramente gli svedesi: Myhrer e Hargin (soprattutto il secondo) potrebbero essere i classici outsider da medaglia per lo slalom di Vancouver. E i nostri? Male, ma non come atteggiamento. Abbiamo visto tutti all’attacco, anche se forse con troppa foga e poca lucidità. Giorgio Rocca si è dimostrato il solito maestro, ‘pennellando’ sul muro dove tutti andavano in difficoltà e ha stupito un po’ tutti, sé stesso per primo probabilmente. Moelgg e Razzoli sono invece andati ‘fuori giri’. Manfred per la foga di recuperare dopo una prima manche in cui ha arrancato nei tratti pianeggianti, concludendo ad un secondo netto da Myhrer, il ‘Razzo’ per rimediare alla prima discesa prudente e poco incisiva. Nella seconda filava davvero forte (nessuno ha fatto un tempo migliore del suo nel tratto alto) ma nel cambio di ritmo a metà muro si è fatto sorprendere. È il suo tallone d’Achille, ci ha lavorato tutta l’estate, siamo fiduciosi per le prossime esibizioni. Un po’ opaca, invece, la gara di Thaler, che non ama le nevi così ‘facili’. Segnali di ripresa da Cristian Deville, a cui sono mancati quattro decimi dalla qualificazione al rientro in gara dopo la difficile operazione della scorsa primavera. Rammarico, infine, per Stefano Gross: con il pettorale 54 non era affatto facile e lui viaggiava su tempi da qualifica, poi è scivolato via.

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