L’ascesa fulminea, la caduta fragorosa (in senso metaforico) e ora lo sguardo rivolto al futuro, con più fiducia. Anche se il ritorno al… passato ancora non si è materializzato. Non come prima, quanto meno. Ha quasi dell’incredibile la parabola da montagne russe di Katharina Liensberger, classe ’97, suonatrice d’arpa, sciatrice vincente e radiosa fino a quando non ha perso anche il sorriso stesso, cadendo in un “buco nero” dal quale sta provando a riemergere.
In pratica Katharina avrebbe potuto smettere già… a 24 anni. Eh sì, perché in gioventù aveva vinto tutti i titoli e i trofei più importanti, conoscendo soprattutto solo il lato più solare dello sci. A quell’età la nativa del Vorarlberg era stata campionessa olimpica (nel Team Event, ndr), doppio oro iridato, aveva alzato al cielo la Coppa del Mondo di slalom e conquistato sette medaglie negli eventi più importanti, tra Giochi e Mondiali. Era un’icona popolare sui cartelloni pubblicitari e sugli schermi televisivi, praticamente il volto luminoso dello sci femminile austriaco: difficile immaginarsi una carriera migliore, fino al 2022.
Era quasi prevedibile, per carità, che le cose non potessero continuare a tale ritmo. Ma il fatto che l’impennata sia stata seguita da una caduta così brusca ha rappresentato una sorpresa e, se vogliamo, uno dei tanti misteri legati al mondo dello sport d’élite. A partire dalla stagione 2022-2023, Liensberger è salita sul podio solo una volta nel circuito maggiore, classificandosi ventesima in slalom e ventiquattresima in gigante ai Mondiali 2023, a Méribel. Certo, ha continuato a salutare e sorridere per le telecamere al traguardo, ma spesso è sembrata tormentata e forzata, come la sua stessa sciata.
«La stagione 2022/23 è stata un vero disastro», ricorda lei. Sulla strada verso nuovi obiettivi e missioni, Katharina ha affrontato una sfida che alla fine l’ha sopraffatta. Specialista di slalom (soprattutto) e gigante, voleva trasformarsi in una polivalente completa e per questo la Federazione le ha messo a disposizione un tecnico rinomato e vincente quale Livio Magoni, come allenatore personale. Non ha funzionato. A metà stagione, Katharina ha tirato le fila e si è separata dal tecnico italiano. Ma la spirale negativa era partita. Nel giro di pochi mesi ha perso le qualità che l’avevano caratterizzata nei suoi primi inverni in Coppa del Mondo: la leggerezza, la spavalderia, la fiducia nelle proprie capacità e, non da ultimo, la gioia di sciare: «Ci sono stati momenti di frustrazione – le parole di Liensberger -. Ma anche di paura per il futuro».
Il fallimento nella Coppa del Mondo invernale 2022-2023 è stato però un punto di svolta. Kathy ha chiesto un nuovo inizio e trovato un sostenitore nel rinnovato capo allenatore austriaco femminile, Roland Assinger. Il carinziano, noto per non essere un chiacchierone, è probabile che abbia colpito la sensibile ragazza del Vorarlberg con il suo modo di fare diretto: «Con Liensberger lavoriamo secondo il motto: meno, è meglio. Bisogna mantenere la semplicità».
I progressi si sono visti, anche se parziali. Nella scorsa stagione l’ex iridata 2021 si è classificata settima nella Coppa di slalom. È già qualcosa, un nuovo inizio: «Sono stata in grado di lottare per uscire dalla crisi con un grande sostegno, soprattutto da parte del mio ambiente personale, degli amici e dei tifosi», sottolinea la 27enne di Göfis. «La svolta è stata positiva, almeno per me e per i miei allenatori». E l’inizio di stagione 2024-2025 è già promettente: l’ottavo posto di Sölden resta, infatti, il miglior risultato di Liensberger in gigante da due anni a questa parte, e nel primo slalom di Coppa, sabato a Levi, il capo allenatore dell’ÖSV Assinger si aspetta grandi cose: «È di nuovo tra le prime 7. Ha vinto un mondiale e una Coppa, in slalom, non dimentichiamolo. Questa donna sa sciare. È tutta una questione di piccole cose: la forma del giorno, l’attrezzatura, e naturalmente anche il fatto di essere rilassati e non dare le cose per scontate. Non si possono comprare da nessuna parte questi ingredienti, arrivano con la fiducia in se stessi dopo buoni risultati».
Liensberger sembra adesso serena e matura, avendo iniziato in estate anche un corso di gestione sportiva all’Università di San Gallo: «È un bene sfidare me stessa mentalmente in un modo diverso», dice la 27enne. Dopo i numerosi successi ottenuti in gioventù, ci si aspettava quasi che facesse miracoli. Sbagliando. Ora questa pressione si è attenuata: «È il prezzo del successo – conclude Liensberger – In certi momenti non è stato facile nemmeno per me, ma ora posso dire liberamente: sono grata per i miei successi e felice di gareggiare ancora ai massimi livelli. Se anche domani dovessi smettere, non avrei rimpianti. Ed è bello così».