A 24 anni Ilaria Ghisalberti ha trovato la piena maturità e le prime soddisfazioni nel circuito maggiore, in un percorso graduale che la scorsa stagione l’aveva portata alla prima vittoria in Coppa Europa in slalom gigante, a marzo 2024, e a conquistare il posto fisso in Coppa del Mondo vincendo la classifica tra le porte larghe con 330 punti, davanti alla svizzera Grob e alla compagna di squadra Lara Della Mea. La bergamasca classe 2000, carabiniera, nativa di Zogno e cresciuta nell’omonimo sci club da bambina, ha ottenuto il primo risultato nelle 30 all’inizio di questa stagione, a Killington, all’undicesima gara in Coppa del Mondo, piazzandosi 21ª in rimonta dei sei posizioni, per poi replicare con due 23esimi posti tra Kranjska Gora e Kronplatz, come si vede su piste e nevi diverse. Mancano tre giganti prima delle Finali di Sun Valley e attualmente Ilaria è trentaduesima nella classifica di specialità, a una ventina di punti circa dalla 25ª posizione che significherebbe qualificazione per l’ultimo atto. Non è impossibile sognarlo.
Intanto nel lungo weekend di Coppa gareggerà per la prima volta al Sestriere e si racconta un po’ a Race Ski Magazine: «Mi sento bene – dice -. In queste settimane ho fatto un po’ di gare tra Fis e Coppa Europa, sia di gigante sia di superG, per mantenere l’allenamento e tenere il passo gara. In aggiunta a qualche giornata di allenamento, ma non troppe, due o tre. Rispetto alla scorsa stagione dal mio punto di vista non ho cambiato nulla e non è cambiato nulla, fa tutto parte di un percorso per cui ho iniziato un lavoro diversi anni fa e che sto portando avanti sotto tutti gli aspetti, tecnico, fisico e mentale. Quindi è una progressione, non c’è stato nessun cambiamento particolare. Sicuramente dal punto di vista tecnico posso migliorare tanto, in primis nelle parti più difficili, più ripide, che non sono mai state le mie preferite; ho ancora parecchio lavoro da fare per trovare più spinta in entrata curva. Anche questo è parte del percorso e sto cercando di migliorarmi ogni giorno».
Poi un confronto con il passato recente: «Rispetto ai circuiti FIS e alla Coppa Europa sicuramente in Coppa del Mondo c’è una preparazione differente delle piste e anche migliore. Nel senso che troviamo quasi sempre piste barrate per cui si può avere una sciata un po’ più aggressiva, che è poi quella che piace a me: i materiali rispondono meglio e questo significa anche divertirsi di più. Dal punto di vista tecnico le piste richiedono un po’ più di esperienza, perché sono più lunghe, esistono dei passaggi magari tattici dove bisogna fare la differenza e non sempre invece questi passaggi ci sono in una competizione Fis o nel circuito continentale».