Quarant’anni sulla carta di identità, voglia di gareggiare come i più giovani. Christof Innerhofer oggi ha corso il superG iridato di Saalbach, piazzandosi ventiquattresimo. Non nasconde la sua delusione, ma come sempre si sofferma volentieri in zona mista, tra ricordi e ragionamenti sul futuro.
Marco Odermatt ha fatto una gara straordinaria, come lo dipingi tu che hai avuto l’occasione di conoscere tanti atleti?
«È un super personaggio per il mondo dello sci, un ragazzo con i piedi per tera, sempre sorridente e con grande equilibrio».
Cosa intendi?
«Sa divertirsi e concentrarsi in pista, ma vivere anche tutto il contorno. Lui vive tutto questo in maniera più easy, forse perché è più giovane e i giovani di oggi sono così».
E tu invece?
«Io ho focus su gara e allenamento, allenamento e gara, un po’ come Casse e Kriechmayr. E forse è per questo motivo che sono ancora qui a 40 anni, perché tanti altri hanno voglia di mettere i piedi sul divano. A me piace ancora scendere su queste piste, non ho paura di andare veloce».

Nove Mondiali all’attivo, quali ricordi?
«A me non piace voltarmi indietro, guardo avanti e vivo nel futuro, anche dopo lo sci avrò altri obiettivi che saranno da stimolo per continuare a togliermi delle soddisfazioni. Essere qui a 40 anni dimostra quanto la mia testa sia dura e quanta voglia ho di dare il massimo. Certo, ai Mondiali devono arrivare i risultati».
E oggi?
«Mi spiace non essere riuscito a sfruttare l’occasione, sappiamo quanto sia difficile vincere le medaglie. Ci sono molti atleti che sciano forte. In prova riesco a fare delle curve veloci, in gara a volte voglio essere troppo perfetto e non rende».
Come ti sei sentito nel superG?
«Bloccato con le caviglie già in partenza, non avevo il movimento che permette di far rendere lo sci. L’altalena deve lavorare da dietro in avanti e su questo Marco Odermatt è un maestro. Ha il coraggio di far uscire lo sci e poi raddrizzarlo. Io invece sono rimasto sopra allo sci per non sbagliare».
A Kitzbuehel abbiamo visto un altro Inner.
«Sì, avevo sciato con molto più movimento, forse anche per la neve più ghiacciata che spingeva maggiormente. Oggi non pensavo di aver fatto una manche così brutta, credo che 8 atleti su 10 oggi diranno che avrebbero dovuto rischiare di più. Io non ho sono scuse».
Rammaricato?
«Fa male vedere questi risultati, ho avuto l’occasione di gareggiare, non era scontato pur consapevole di non aver preso il posto di altri visto il risultato di Kitz e la prova della discesa dell’altro giorno. Alla mia età, quando ti capitano queste occasioni, è perché uno dimostra di poter ancora fare bene. Non è un premio alla carriera».

E in Coppa del Mondo?
«Sono tranquillo perché con i miei risultati faccio un posto per l’Italia e non lo tolgo: questa è la realtà e a volte la gente non lo capisce. Fino a quando continuerò a essere il quarto-quinto italiano, non avrò problemi e continuerò a fare quello che più mi piace. Ai Mondiali devi dare segnali e fare buoni parziali, come oggi ha fatto Dominik Paris».
Hai detto che guardi al futuro. Nel mirino ci sono i Mondiali di Crans Montana 2027?
«Il mio obiettivo è quello di continuare a fare il meglio possibile ancora quest’anno, provare a performare al meglio nelle prossime gare di Coppa del Mondo a Crans Montana e Kvitfjell, per avere ancora la possibilità di giocarmi un posto alle Olimpiadi».
Già, le Olimpiadi…
«Tanti dicono che ho cominciato a Levi nel 2006, io dico invece di essere partito facendo l’apripista a Torino 2006 e quindi sarebbe bello concludere con le prossime Olimpiadi. Mi godo tutto quello che c’è intorno, anche se diventa sempre più difficile. Ed è quello che mi piace, perché le cose semplici non sono per me. Oggi sui social vedi solo pose sugli sci, mare, divano, discoteca e champagne, questa vita non mi darebbe soddisfazioni, io vivo per la performance».
Un domani, ti piacerebbe fare l’allenatore?
«È bello poter trasmettere la tua passione e in squadra ai ragazzi, che sono amici, do volentieri consigli. Mi è già stato chiesto che cosa volessi fare, mi è già stato proposto di fare l’allenatore, sicuramente è bello, significa che apprezzano l’esperienza. Non so che cosa succederà, intanto sono qui per gareggiare e poi vedremo quando si presenterà quel momento».