I numeri di Spm per allestire le future piste olimpiche, ancora sconosciute

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Le piste di Pechino rimangono un mistero, colpa del Coronavirus che ha obbligato a cancellare il test preolimpico di inizio febbraio. Tanto dispiacere per gli addetti ai lavori e curiosità che cresce per tifosi e appassionati di sci che volevano scoprire la venue dei futuri Giochi Olimpici. Tutto rimandato al prossimo inverno, per ora si vive di immagini e di racconti di chi là, a circa cento chilometri da Pechino, ci ha lavorato per mesi. Si è reso necessario uno studio approfondito e davvero tanta immaginazione perché non è stata effettuata una semplice riqualificazione, bensì tutto è nato da zero. Una montagna verde e alberata, con qualche sentiero nascosto, è stata trasformata in una venue per lo sci alpino. Sopralluoghi, disegni virtuali, poi l’ingresso di scavatori che hanno ricavato dal nulla le piste di Yanqing, quelle che saranno utilizzate per le gare veloci e quelle che sono state solcate a più riprese da Spm. Creato il budello, si potrebbe dire di essere oltre la metà dell’opera. Invece dietro si nascondono infrastrutture incredibili. Vi immaginate la quantità di protezioni da installare su un tracciato prima inesistente?

Il mistero questa volta è svelato dai numeri snocciolati dall’azienda varesina che ha vinto la prima commessa del valore di circa 2 milioni di euro. Nei mesi estivi sono stati realizzati 5 chilometri di strutture fisse di tipo A, utilizzando circa 250 pali in ferro e 10 mila metri di reti. Cifre da capogiro che sono solo una parte delle attrezzature installate. Sono stati spediti 15 chilometri di reti B, altri 500 metri di delimitazioni BC e 2,5 chilometri di tipo C. E poi oltre 500 materassi di vario genere. I pali? 1.300 abbinati a 430 teli rossi e blu.

E questo riguarda solo la pista dedicata alle discipline veloci, perché quella del gigante e dello slalom è ancora in fase di realizzazione e solo ora verrà indetto un secondo bando. I Giochi Olimpici sono l’evento più grande e complesso da organizzare e lo dimostra l’immenso lavoro riguardante una delle tante venue che dovrà essere allestita.

Vero, in Cina si è dovuto intervenire in modo profondo (con l’intento di avvicinare allo sci milioni di cinesi), non sarà così per Milano-Cortina 2026, dove verranno utilizzate moltissime strutture già presenti per le tappe di Coppa del Mondo. Ora non resta che aspettare la prossima stagione, quando il mondo intero scoprirà i tracciati olimpici che sono stati studiati nel dettaglio da Bernhard Russi e Didier Defago. Una cosa si può già dire: la pista non sarà banale, anzi presenta muri ripidi, salti, tratti larghi per curvoni a tutta velocità e strettoie da passare senza mai frenare.

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