Prima manche del gigante sulla Face du Bellevarde. Partenza ribassata a Val d’Isére, e ritardata di una decina di minuti per sistemare a meglio la pista per la neve caduta nella notte e che continua a scendere anche alle 10 di sabato mattina. Preoccupa di più il vento, davvero forte all’alba, un po’ meno insistente in gara. Cielo grigio, visibilità così così, ma neve bella compatta. Condizioni che non preoccupano la ‘macchina’ Hirscher: pettorale 1, primo al traguardo a metà gara. Con una prestazione a sé rispetto agli altri, pulito, stretto e veloce. Tanto per dire, Pinturault, partito per secondo finisce a 1.31, Kristoffersen, pettorale 3, a 1.20. E restano comunque ai piedi del podio, alle spalle dello sloveno Kranjec, a 71 centesimi, e dello svedese Olsson, a 99. Bene lo svizzero Meillard sesto con il pettorale 15.
LUITZ – E il vincitore di Beaver Creek? Il tedesco è finito nella bufera per l’utilizzo di ossigeno nella gara statunitense, partendo a oltre 3000 metri. Pratica non consentita dalla Fis (almeno in occasione delle gare di Coppa del Mondo), ma ammessa dalla Wada. Ma per la Fis potrebbe scattare la qualifica, Markus Waldner ne ha parlato nella riunione dei capi squadra: in attesa di un approfondimento di indagine la squadra tedesca può comunque gareggiare. La Deutsche Skiverband si giustifica parlando di errore, di non conoscenza dei regolamenti, di buona fede. Resta un’ingenuità pesante, anche perché le maschere di ossigeno le hanno usate tutti gli atleti in zona partenza. Vedremo gli sviluppi. Intanto Luitz sembra aver pagato un po’ mentalmente tutta la vicenda: resta comunque nella top ten, ma a 1.60 da Hirscher (con lo stesso tempo di Fanara e Faivre).
GLI AZZURRI – Riccardo Tonetti ci prova, non è facile partendo con il 20, alla fine è nei venti a 1.95. Sbaglia Manfred Moelgg prima del piano, un errore che si paga alla fine: +2.43. Luca De Aliprandini ancora più indietro a 2.49.
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