Tredici anni ad affilare, preparare, testare sci. Tredici anni di neve e ghiaccio, di viaggi in giro per il mondo, di sveglie all’alba. Sono tanti tredici anni, ma Giuseppe Bianchini ha detto basta. Con rammarico, con dispiacere, ma Volkl e Dalbello lo vogliano a gestire e programmare, meno sul campo. Più scrivania che neve, più laboratorio che skiroom, più azienda che gara. Manager insomma, o giù di lì. Ma quella di Beppe, per tutti ‘Bianco’, è stata di fatto una promozione. In carriera prima con la squadra B in forza alla FISI come skiman di Luca Moretti, Cristian Deville, Omar Longhi, Alexander Polig, Manuel Pescollderungg e Michel Davare per fare qualche nome. Poi in A e con Volkl insieme a Giancarlo Bergamelli, Cristian Deville, Riccardo Tonetti e naturalmente Stefano Gross. Vittorie e podi in Coppa del Mondo con Deville e Gross, anni insomma da protagonista fra le porte strette dello slalom.
ECCO BIANCHINI – Cosa ci dice Bianco: «E’ stata dura mollare, lasciare il campo. Tanti ricordi, tantissimi, impossibile citare tecnici, atleti e colleghi con cui mi sono trovato bene. Gioie e dolori, come è normale nella vita e quindi nello sport. Voglio ricordare il secondo posto a Schladming con Sabo Gross, un risultato straordinario. In quel momento sentito più delle vittorie…Invece il momento più difficile, quando ho detto proprio a Sabo che avrei smesso. Ora mi aspettano nuove sfide, ma mi mancherà la squadra, il team. Fare gruppo a livello sportivo ha un valore diverso, più profondo. Tante le persone che mi mancheranno, fra queste il mio compagno storico di camera, Patrick ‘Luzzo’ Merlo».
PAROLA A MERLO E GROSS – E proprio a Luzzo chiediamo un ricordo, un aneddoto. Eccolo: «È stato bello lavorare con lui, perché pur essendo di ditte diverse e quindi inevitabilmente in competizione l’uno contro l’altro ci siamo sempre aiutati e sostenuti nei momenti meno belli e ci siamo sempre fatti i complimenti sinceri quando un atleta dell’altro andava forte. Ora, dopo 12 anni sarà difficile riabituarmi a vivere certe emozioni con un’altra persona. Mi dispiace che smetta ma sono contento per lui e gli auguro tutto il meglio per la sua nuova avventura. E poi una curiosità…in Alta Badia una volta ha sbagliato pista ed ha dovuto tornare in partenza scarpinando in neve fresca, poi con la motoslitta fino a metà muro e dopo facendo uno scatto in salita con due sci in spalla perché aveva Deville che era in partenza senza sci…». E non poteva mancare Stefano Gross: «Dura senza Bianco. Mi fidavo ciecamente, non sarà facile trovare uno skiman del suo livello. Un grande professionista, e poi un amico…».