«Se nevica, come dicono, sarà un’incognita. Vedremo. Certo, le temperature scenderanno ma danno neve». Ha ragione il dt Max Carca in merito al superG di domani. Anche il responsabile del meteo assoldato dal comitato organizzatore sostiene che sarà una giornata imprevedibile. Sabato tuttavia le temperature dovrebbero essere più fredde così per Paris&compagni ci saranno tutte le carte in regola per fare bene. Ma torniamo alle gare del 57° Saslong Classic. Domani è tempo di superG sulle nevi ladine gardenesi, il secondo di Coppa del Mondo della stagione. Siamo reduci dallo splendido quarto posto di Beaver Creek di Giovanni Franzoni.
Il 2001 di Manerba del Garda finalmente si è sbloccato: «Dopo un periodo difficile e in seguito ad un lavoro significativo dopo l’infortunio di due anni fa, sono riuscito a lascaire il segno. Una grande gara a Beaver, adesso non voglio che quella prestazione sia una parentesi. Obiettivo per Gardena? E’ davvero diverso dal superG di Beaver Creek, ma tuttavia ho più consapevolezza delle mie capacità. Devo cercare nel complesso di migliorare nei tratti più pianeggianti ed essere più fluido possibile nei tratti più tecnici. Il quarto posto di Beaver è stato per certi versi una liberazione e adesso guardo con ancora più serenità ai prossimi appuntamenti». E si, il cosiddetto facile in velocità può essere difficile paradossalmente: la capacità di far correre lo sci in superG e discesa è fondamentale e, se dicono per certi versi essere innata, è da allenare con continuità comunque.
Sulla Saslong saranno nove gli azzurri in cerca di gloria. Con Giovani Franzoni, ecco sua maestà Dominik Paris che l’anno scorso ha trionfato in libera, Christof Innerhofer novello quarantenne, Mattia Casse reduce da due prove assai buone cronometrate sul pendio, Florian Schieder, Benjamin Alliod, un Pietro Zazzi ancora un pò dolorante alla schiena. E poi Max Perathoner, che dopo la finale di Saalbach a cui partecipò in quanto campione mondiale juniores, torna in Coppa del Mondo. E poi attenzione a Nicolò Molteni che ci dice: «In Colorado ho buttato via una grande occasione, ma almeno dalla mia c’è la consapevolezza della sciata positiva. Parto con la determinazione di fare bene. Sono fiducioso».