Soldeu insegna: è il momento di crescere nella professionalità in pista

Oggi per una volta vado oltre il discorso prettamente sportivo legato ai risultati in pista e vorrei parlarvi in maniera approfondita di quanto successo a Soldeu, ero presente sul posto, in quei’ 15’-20’ successivi alla caduta di Lindsey Vonn.

REGINA – Intanto dico subito che un’atleta del calibro dell’americana, con 76 vittorie in Coppa e oltre 100 podi, se sente qualcosa di ‘strano’ nel suo ginocchio dopo un’uscita di pista, deve prendersi tutto il tempo possibile per evitare di peggiorare la situazione e pretendere, come giustamente ha fatto, di essere portata a valle in toboga. Costi quel che costi. Ha dimostrato grande professionalità ancora una volta. Poi si è scoperta pure una frattura al ginocchio sinistro nel suo caso, ma anche se non si fosse fatta niente, avrebbe comunque preso la decisione corretta. Alla sua età e con forse l’ultima possibilità di conquistare la Coppa del Mondo generale, deve prendere tutte le precauzioni del caso. Quindi il suo rimanere 15’ immobile sdraiata sulla neve io lo interpreto come capacità, a livello professionale, di gestire al meglio anche queste situazioni. Quando si cade non si deve sottovalutare niente. In molti non l’hanno capita interpretando il suo gesto in maniera a mio parere sbagliata. E’ stata solo una precauzione in più, assolutamente legittima.

CAOS IN PISTA – Detto questo, eccoci a quei 15’ a Soldeu in pista: Vonn cade e in partenza ci sono le altre sei migliori atlete del primo sottogruppo di merito in superG. Lara Gut è la prima in attesa di uscire dal cancelletto dopo l’americana. Nel frattempo la nevicata si intensifica e sulla pista cadono non pochi centimetri di neve. E qui succede qualcosa di estremamente negativo per la regolarità della prova stessa. La direzione di gara non fa scendere nemmeno un lisciatore, mandando giù solo un apripista. Ecco, mi riallaccio al discorso della professionalità di Lindsey: lei ne ha dimostrata tanta, la giuria per nulla in questo caso. Ma anche i capi-squadra delle Nazioni le cui atlete erano in prossimità del cancelletto, in primis quelli svizzeri, avrebbero dovuto farsi sentire. Non è stata salvaguardata la discesa di Lara, per esempio. Se i miei collaboratori sul tracciato mi dicono che la pista non è pulita, io in partenza ho il dovere di non lasciare scendere Gut su un tracciato così rovinato finché non viene sistemato. La FIS ha ragione a dire che bisogna prendere decisioni veloci, ma poi vanno prese quelle giuste. Nel weekend a Soldeu non c’era Skaardal. Come sarebbe andata se lui fosse stato presente? Secondo me c’è stata una mancanza di professionalità da parte dei responsabili e anche dei capi squadra, anche e soprattutto svizzeri. Per vincere una Coppa del Mondo hai bisogno anche del supporto totale del tuo team, che deve prendere tutte le precauzioni del caso per garantire all’atleta l’assoluta protezione a 360° (nota a margine, ci fosse stato Mario Cotelli, per esempio, si sarebbe sdraiato in pista pur di non far partire un italiano senza lisciatori… NdR). Aggiungo una considerazione: gli organizzatori, lo so perché ne ho parlato con loro, sapevano che sarebbe arrivata una nevicata intensa di circa 20’. Era prevista, è accaduto. Ma l’uscita della Vonn ha scombussolato i loro piani, perché speravano di riuscire a far scendere le prime 22 atlete anticipando la perturbazione. Ovviamente lo sci è uno sport imprevedibile da questo punto di vista ed ecco che si è verificato un bel problema… Sia chiaro: parla uno che da due anni può osservare meglio le situazioni da un punto di vista privilegiato, da esterno, so benissimo che quando sei in pista, quando sei coinvolto direttamente, a volte ti sfuggono di mano certe situazioni. Però bisogna migliorare tutti da questo punto di vista, sono 50 anni che si gestiscono le gare sempre allo stesso modo. E non va bene così…

DIVERSITA’ – Ultimo pensiero, torno sulla Vonn. Lindsey non scia come le altre: è più potente, usa materiali diversi, da maschi, necessita di maggior forza per condurli, deve spingere più delle altre e a volte fa linee tutte sue. Anche qui bisogna allora essere lungimiranti: inutile far scendere i lisciatori tutti in fila uno dopo l’altro per sistemare solo tre metri di larghezza di pista. Bisogna capire le situazioni e dir loro che magari Vonn fa una linea più lunga o più stretta, va oltre i tre metri e a quel punto… può finire nella neve riportata e crearsi problemi se si liscia solo in un determinato punto! La FIS deve, a mio modo di vedere, tutelare al massimo le sue migliori atlete, ne va del loro stesso interesse. Mi ricordo quanto Cuche ha combattuto per questo, mettendosi anche contro i capoccioni della Federazione che lo hanno pure multato. Quanto manca nel settore femminile una figura cosi!
In conclusione: credo che Brignone non abbia comunque rubato nulla a nessuno, il podio o la vittoria erano ‘maturi’ anche in questa specialità. Dopo la gara (che si poteva fare tranquillamente alle 10.30, con un raggio di sole e condizioni uguali per tutte) le ragazze erano molto arrabbiate. Anche se per alcuni occhi la prova veloce è stata falsata, per me invece chi vince ha sempre ragione….

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