Dorothea Wierer: «I Giochi? Non dormirò la notte prima. Poi spero di sentirmi libera»  

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E’ la regina assoluta del biathlon italiano, per svariati motivi. Dorothea Wierer da Rasun di Sotto (ma vive in Val di Fiemme da anni) ha (ri)aperto una strada, dopo l’epopea di Nathalie Santer negli anni ’90. Ma spingendosi molto oltre. La prima atleta azzurra (maschi compresi) a vincere la Coppa del Mondo generale, in questo sport, per giunta due volte e consecutivamente; la prima donna italiana a conquistare una medaglia olimpica individuale (Beijing 2022).

E poi: quattro titoli iridati (uno a squadre), 12 podi ai Mondiali, 3 medaglie olimpiche (manca solo l’oro), 3 coppe del mondo di specialità, oltre a quelle overall, citate. Classe, carisma, leadership, charme, che non guasta mai, velocità al poligono come poche altre, prima; tantissime altre, dopo. E anche lei è nata nel 1990, come Federico Pellegrino, Arianna Fontana, Federica Brignone. La classe di ferro degli sport invernali italiani.

Certo, accanto ai successi non sono mancate stagioni segnate da infortuni, dalla fatica, da momenti difficili, da influenze lunghe e costanti praticamente a ogni inverno, ma anche dalla capacità di rialzarsi. Sempre. E poi rimane leggendaria la sua costante propensione all’autocritica, il non sentirsi mai del tutto all’altezza, oltre al desiderio crescente di pensare al “dopo”, e quindi di dedicarsi a sé stessa. Si è raccontata a Race Ski Magazine alla vigilia dell’ultima stagione agonistica. Così.

Dorothea, ha pensato al fatto che… una mattina si alzerà praticamente nel proprio letto e andrà a fare le Olimpiadi? A due passi da casa?
«Vi dico, conoscendomi: la notte non dormirò, perché sarò super agitata come prima di ogni gara di Coppa. Per i Giochi a maggior ragione. Sarà difficile gestire le emozioni da quel punto di vista. Vediamo quando sarò veramente lì. Più che altro come ci arrivo, perché poi quello fa tanto, tantissimo».

Dorothea Wierer ©Pentaphoto
Dorothea Wierer ©Pentaphoto

Individuale e inseguimento le gare dove ha avuto maggiori soddisfazioni in carriera. Punta su quelle per le Olimpiadi di Anterselva?
«In realtà ogni gara può essere quella giusta. Ormai il biathlon è uno sport dove puoi aspettarti di tutto, soprattutto sorprese. Sono veramente tante le ragazze che vanno forte, ormai bisogna sparare al poligono veramente bene e soprattutto con velocità, il livello è altissimo. Sugli sci devi andare al massimo e poi si vedrà cosa succede».

Al futuro ci ha già pensato?
«Il mio futuro non lo svelo. Ho alcuni progetti in mente, un po’ di proposte, sono molto contenta, però non posso parlare adesso di quel che sarà, perché voglio concentrarmi solo sulle Olimpiadi di casa, sulle gare che devo affrontare. Di sicuro all’inizio vorrei un attimo godermi la vita, rilassarmi. E poi creare una famiglia, diventare mamma. Ho sempre avuto questo desiderio».

Come si convive con la pressione, per lei ormai da tanti anni?
«La mia vita da quando faccio biathlon è sempre stata super programmata, perché dovevo incastrare tutto alla perfezione. Adesso sento come se avessi un peso addosso… vorrei sentirmi libera, semplicemente libera».

Dorothea Wierer ©Pentaphoto
Dorothea Wierer al poligono ©Pentaphoto

La scorsa annata agonistica cosa le ha lasciato?
«Ah, aspetta che ci penso un attimo, non mi ricordo… (ride, NdR). No dai sono stata sfortunata, spesso ammalata, soprattutto ai Mondiali. Ed è stato un peccato enorme perché stavo benissimo. Ovviamente il fine stagione non è stato quello sperato. Sono comunque arrivata due volte vicino al podio. Però ho comunque una certa età, quindi dovrebbero essere le 25enni a guidare il campo. Cerco sempre di dare il massimo, poi so che non posso essere tutta la stagione al top perché ho bisogno di più recupero. Vediamo. Sarà tutta una sorpresa».

La Coppa del Mondo in questa stagione?
«Quest’anno interessa relativamente, anche perché poi io smetto a febbraio subito dopo i Giochi. Ma spero di essere tra i 15 della classifica generale prima dei Giochi, perché vorrebbe dire competere poi nella mass start. So anche che è difficile, più che altro bisogna vedere come gestirsi, se saltare anche quale tappa o qualche gara. Quello dipende da tanti fattori. Vedremo anche insieme ai tecnici come sto, gara dopo gara».

Dorothea Wierer ©Pentaphoto
Dorothea Wierer con alcuni dei tanti trofei alzati in carriera ©Pentaphoto

Quanto lavoro c’è dietro ogni stagione?
«Noi dobbiamo veramente allenarci tanto. E’ uno sport di endurance, di fatica e se non lo fai, non vai da nessuna parte. Alla fine è il nostro lavoro, cerchiamo di impegnarci sempre al meglio. Dipenda da te stesso: se non ti alleni, poi non vai bene. Siamo di fatto noi stessi i… nostri datori di lavoro».

Come lascerà l’Italia del biathlon al femminile?
«Spero che le giovani facciano il meglio possibile. Sarà comunque difficile perché la concorrenza c’è, eccome. Le Nazioni con biathlete forti sono tante. L’importante è impegnarsi al massimo per riuscire a portare ancora sul podio l’Italia. Ma quello c’è, lo vedo. Quindi resto fiduciosa».

Dorothea Wierer ©Pentaphoto
Dorothea Wierer bronzo olimpico a Beijing 2022 nella sprint ©Pentaphoto

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