Il primo podio in Coppa del Mondo sulla pista mito italiana, seppur dalla storia relativamente giovane (prima gara nel 1985), ma ricca di grandi episodi, come il “battesimo” di Stenmark, la tripletta azzurra Pramotton-Tomba-Tötsch (1986), i 4 trionfi dello stesso Albertone, e poi ancora Panzanini, Karbon, Simoncelli, Blardone… Luca De Aliprandini ci prova a rinverdire una tradizione azzurra un po’ sbiadita negli ultimi anni, a parte il suo splendido secondo posto alle spalle di Odermatt datato 2021.
Come stai, Luca?
«Bene dai, ho tirato un po’ il fiato dopo gli Stati Uniti, staccando un attimo per poi riprendere il lavoro atletico prima degli allenamenti a Pfeders. Badia è sempre bellissima, la gara di casa, ci saranno amici, familiari, tifosi. Ho tanti bei ricordi su una pista dove ho spesso fatto bene. La stagione è partita al meglio, mi sento veramente in forma».
Hai anche un ricordo di questa gara… da semplice spettatore?
«Ricordo il 20 dicembre 2009, vinse Blardone davanti a Simoncelli, ma dopo la prima manche c’erano tre azzurri al comando, con Manfred Mölgg 3°. Sognai la tripletta come 23 anni prima. E’ una gara che poi riguardo spesso attraverso la rete».
La pista com’è?
«Una pista da gigante completa, lunga, varia e anche molto divertente da sciare. In una parola, bella! Bisogna prendere subito il ritmo nel ripido iniziale ed è importante anche la parte finale, è fondamentale arrivarci con tante energie ancora. Si può vincere pure in fondo».
Ti aspettava un inizio così?
«Sono molto contento. Devo dire che già dall’estate abbiamo lavorato al meglio, raramente ci sono state giornate brutte e quindi l’allenamento è stato più che positivo. Fisicamente sono a posto e quando è così so che posso fare delle gare di alto livello. Tre gare nei dieci, il mio obiettivo è continuare con questo andazzo e se sono sempre lì prima o poi lo piazza il colpaccio. Sulle prima manche, senza trovare scuse, per carità, posso dire che forse dipende anche dal fattore neve, visto che spesso è più aggressiva, con più umidità. Poi magari quando esce il sole si velocizza e mi trovo meglio. Prima lega un po’ di più e su quel manto non mi sento troppo a mio agio».
Novità sui materiali?
«Nulla di particolare, sto usando il set up di fine stagione 2023-2024, ho fatto solo piccoli aggiustamenti qua e là, ma per il resto è quello della scorsa stagione».
Qual è stata, se c’è stata, la svolta nella scorsa stagione?
«Forse ad Aspen. Il giorno prima ero un po’ giù di morale, sono andato a farmi una lunga camminata, stavo tribolando perché i risultati non arrivano e mi sentivo un po’ demoralizzato, ho pensato anche “ok non ce la farò a tornare quello di prima”. Ma la camminata mi ha fatto bene, alla fine mi sono detto “quello che ho dato ho dato”, guardiamo avanti. Ecco, è come se mi fossi liberato, è stato un momento fantastico. Oltretutto proprio lì abbiamo provato nuovo attacco che ha funzionato, ritrovando anche il feeling perfetto con i materiali. Da quel momento, a parte alle Finali di Saalbach, non sono più uscito dai primi dieci».
Ci pensi al futuro?
«Non più di tanto, devo dire. Sicuramente l’obiettivo è arrivare in forma a Milano-Cortina 2026 e a quel punto penso di avere anche delle possibilità di fare bene. Poi vedremo, ma finché non mi spodestano i giovani…».