L'ex presidente FISI contro la decisione del Tar del Lazio
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa che annuncia il ricorso al Consiglio di Stato dell’ex presidente FISI Giovanni Morzenti contro la decisione del Tar del Lazio dello scorso dicembre. Alleghiamo anche la lettera che Morzenti ha inviato a Comitati regionali, sci club, tecnici e atleti.
Giovanni Morzenti, fino allo scorso Luglio Presidente della Federazione Italiana Sport Invernali (FISI), ha dato mandato ai suoi avvocati di predisporre il ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) per il Lazio dello scorso dicembre. In quella sede era stato ritenuto inammissibile il suo ricorso contro la sentenza dell’Alta Corte di Giustizia Sportiva, che aveva annullato le elezioni degli organi di vertice della FISI svoltesi il 24 aprile 2010 e portato al commissariamento della Federazione. «Dopo aver attentamente valutato con i miei avvocati il merito della decisione presa dal TAR del Lazio – ha dichiarato Giovanni Morzenti – e ascoltato le sollecitazioni provenienti da alcuni Presidenti di importanti Comitati regionali, da autorevoli Presidenti di Società sportive, da tecnici e atleti, ho ritenuto doveroso assumere l’impegno di ricorrere al Consiglio di Stato». «Credo sia giusto – ha aggiunto l’ex Presidente della FISI -, nell’interesse in primo luogo dell’intero movimento degli sport invernali affermare le ragioni del diritto contro decisioni che, invece, appaiono fondate solo su una discutibile interpretazione del regolamento elettorale, che ha di fatto sottratto la gestione della FISI a coloro che erano stati voluti in quel ruolo dalla maggioranza dei tesserati».
«Il TAR del Lazio – ha detto Giovanni Morzenti – ha dichiarato inammissibile il ricorso ma, poi, ha affrontato anche questioni di merito. Un comportamento considerato illegittimo da un precedente pronunciamento della Corte dei Conti, in cui si diceva che una simile decisione non solo è nulla, ma addirittura inesistente. Inoltre non ha ritenuto di censurare la decisione dell’Alta Corte di Giustizia Sportiva, che aveva ammesso e fatti propri elementi, peraltro del tutto ininfluenti sul risultato finale del voto, che non erano stati presentati, in primo grado, nell’esposto del SAI di Roma, e che, secondo l’orientamento prevalente della giurisprudenza, non avrebbero perciò dovuto essere presi in considerazione nel giudizio».