ALTA BADIA LIVE – Superiorità. Data dalla classe, dal carisma, dalla disinvoltura, da quella miscela perfetta fra spavalderia ed umiltà. Doti tecniche sopraffine, sciata moderna. Sci in curva con il solo credo di togliere il prima possibile lo spigolo ed accellerare. Lucas Braathen è tutto. E’ anche sapere di averne, di essere superiore alla norma, ma con la consapevolezza che per rimanere nell’olimpo dei primi, non devi mollare un colpo, arretrare di un centimetro, essere sempre sul pezzo insomma. Testa, capacità, e poi quella brillantezza che in pochi anni hanno permesso al ragazzo scandinavo di diventare un personaggio unico. Avere 22 anni, dominare la scena in gigante e in slalom. E perchè no, fare una top ten in superG. Sarà quel sangue norvegese mischiato a quello brasiliano della mamma, sarà quella dinastia senza fine di fuoriclasse che solo la Norvegia detiene negli sport invernali e le permette così di primeggiare in lungo ed in largo.
Eccolo nella start area della Gran Risa di Alta Badia. Quelle cuffie in testa, quelle unghie colorate, quel modo di fare riscaldamento diverso dagli altri. Perchè anche nelle piccole cose noti la diversità. Non tanto negli esercizi, ma nel modo e nell’atteggiamento di eseguirli. Lucas che corre in tondo per la zona della partenza fra i colleghi che sono fermi, immobili, che si spoglia e si riveste senza forse nemmeno una logica, che non si fascia il cervello di indicazioni via radio e di mille consigli che spesso ti riempiono solo la testa e ti creano dubbi invece di convincerti ad attaccare. Si, attaccare. Andare a tutta. Farlo sempre, indistintamente, rischiare perchè conta solo il podio per i vichinghi dello sci. Del resto la scuola norvegese è riuscita a rendere normale la costanza nel dominare la scena. Pazzeschi questi ragazzi. Sereno, quasi distaccato sembrava in partenza. Composto. E’ entrato nel cancelletto di partenza. Ha sorseggiato acqua, ha stretto gli scarponi, ha dato il pugno ad un coach e poi allo skiman. Ha sbattuto forte, fortissimo e ripetutamente gli sci da fermo sulla neve prima di aprire il cancellato di partenza. «kom Igjein», hanno urlato i suoi che in norvegese significa ‘come on’. Poi il resto è cronaca. Una danza vincente nel budello di ghiaccio della Gran Risa, una corsa sublime verso la vittoria. Sentire , soprannome di Lucas Pinheiro Braathen: «Ho sempre sognato fin da bambino di vincere il gigante su questa pista. Oggi il sogno è diventato realtà. Noi norvegesi andiamo forte in Alta Badia, lo abbiamo dimostrato anche oggi». Ah, ecco l’altra forza di Lucas che ha in comune con il resto della squadra: lo spirito di condividere una missione agonistica, il percorso verso il vertice.