Il fuoriclasse del New Hampshire alla presentazione del Team Usa
Bode Miller assoluto protagonista della prima giornata del ‘Media Summit’ del Team Usa a Park City. Ha parlato dei suo rientro, delle leggi russe in tema di omosessualità ("penso che sia assolutamente imbarazzate che ci siano paesi che sono intolleranti e ignoranti"), è stato nominato ambasciatore della squadra paralimpica USA. Un Bode Miller, diverso, come dalla dichiarazioni fatte al sito ufficiale del Team Usa (www.teamusa.org). «Sono motivato: rientro solo per i soldi e le medaglie», ha esordito, scherzando. Poi più seriamente ha parlato della sua condizione. «Non continuare a fare quello che amo, le gare di sci, sarebbe una follia. Nella mia carriera ho fatto un sacco di errori, ho fatto tonnellate di cose stupide, ho fatto un sacco di gare terribili ma ho anche fatto un sacco di gare davvero sorprendenti. Non cambierei nulla. Adesso, però, sono più stabile e solido». Guarda ai Giochi Olimpici con serenità, ripensando ai suoi primi Giochi di Nagano, in Giappone, nel 1998, quando aveva 20 anni. «Allora ero Impreparato. Ma alle Olimpiadi ho sempre pensato di me stesso come un eroe che stava per fare qualcosa di incredibile». Primo obiettivo il rientro a Solden: nessun problema al ginocchio, quasi venti chili in meno. «Ho pensato che se volevo battere Ted (Ligety) in gigante – e lo dice ridendo – dovevo essere più leggero e un po’ più veloce sui piedi, vista la mia ‘vecchiaia’. Sono di nuovo felice di essere ‘a posto’ per la nuova stagione».