«Così è uno schifo». Dominik Paris rincara la dose e dopo la discesa punta il dito anche contro la combinata alpina. «La pista era terribile, davvero molto male». E poi fa un passo indietro, alle precedenti edizioni dei Mondiali. «È la terza volta di fila che in slalom troviamo condizioni così – aggiunge -. Vince sempre chi parte per primo, è andata bene a Pinturault perché è in forma incredibile e scia benissimo, ma ha fatto fatica anche lui con il numero 8 e a stento è riuscito a scavalcare Hadalin. Prima una discesa baby, poi uno slalom in condizioni così: è molto difficile essere competitivo. L’ho detto già prima della gara, mi hanno risposto che la pista avrebbe tenuto bene, ma non è stato così. In discesa sono andato bene, sabato non potevo scegliere le mie linee e stare nella traccia, oggi era tutto pulito ed è stato tutto più facile. Sono comunque soddisfatto di questi Mondiali considerando l’oro in superG alla prima giornata».
Christof Innerhofer torna a casa senza medaglie iridate. E parla dei tracciatori della combinata. «Lo slalom di una combinata potrebbe tracciarlo uno neutrale, oggi l’allenatore francese ha disegnato un tracciato con angoli e passaggi stretti. Io magari non sono più rapido come dieci anni fa, ma non siamo abituati a doppie e triple a quattro metri e trenta». E poi aggiunge: «Per vincere le medaglie devi trovare la giornata perfetta e qui non le ho trovate».
Mattia Casse invece non punta il dito, ma dice: «Siamo uno sport all’aperto, le medaglie devi prenderle lo stesso – dice dopo una fermata lampo in zona mista -. Se ci fanno correre vuol dire che non è pericoloso, se lo fosse sta a noi opporci e dire che così non scendiamo. Le medaglie le hanno comunque vinte i più forti».
Il programma della velocità si chiude. Per gli uomini è iniziato male con il ritardo di voli e bagagli ed è finito peggio con rinvii, gare accorciate e condizioni non eque per tutti. Qualcuno si lamenta, qualcuno dice che si tratta di uno sport all’aperto. Altri si fanno una domanda. Ma quando hanno assegnato i Mondiali, le condizioni climatiche erano sconosciute?