Karen Putzer e Giuliana Chenal-Minuzzo rimangono le sole italiane ad aver vinto una medaglia in combinata ai Mondiali. Federica Brignone era lì, a un passo dall’ambito podio, ma nello slalom si è messa sulla difensiva, anziché attaccare. Lo si è visto subito, sin dalle prime porte, con una postura arretrata. In fondo, al traguardo, il verdetto è amaro: terza provvisoria, addio al sogno di medaglia. L’urlo di rabbia è immediato, perché Federica sa che la gloria è sfuggita. «Triste, non c’è nulla di divertente – spiega con gli occhi lucidi -. In slalom che sto sciando bene, non sono riuscita a esprimermi. Non sono stata dietro al ritmo, anziché prendere velocità ho solo cercato di mantenerla». Poche le parole di Brignone, di rabbia, di amarezza e sconforto per un risultato che era alla portata. Classifica alla mano Mowinckel e Siebenhofer per certo potevano essere battute. «In discesa non si possono fare i calcoli, ma io ho dato il massimo anche se con qualche errorino. Ero a mezzo secondo dalla Siebenhofer e quindi devo dire che la mia prova era stata ottima: ero a metà dell’opera. Spesso in discesa ho rovinato tutto».
Federica Brignone rimane a lungo nel parterre, laggiù in fondo, dove solo i tecnici e le aziende possono accedere. Si sfoga, rimane accerchiata dal suo staff, poi si riveste e lascia il parterre da grande delusa. «Come ricarico per il gigante? Intanto ho bisogno di sbollire, poi vedremo».