Per iniziare, prima di parlare delle gare di Garmisch-Partenkirchen, giusto una riflessione sui calendari dopo un weekend difficile in Slovenia. Non mi sento certo di criticare chi propone la gara di Maribor, ha una storia gloriosa alle spalle e anche lunga; ma la storia recente, invece, ci insegna che la cancellazione delle gare da quelle parti sta ormai diventando una costante. E dunque una riflessione si impone.
FIS – Non possiamo andare avanti solo per inerzia, secondo me, ci sono tanti altri Paesi in fila per provare ad avere una gara. La FIS dovrebbe cercare di essere più obiettiva e soprattutto più… reattiva e avere un occhio di riguardo per l’aspetto sportivo della manifestazione. Concludo il discorso aggiungendo che a livello femminile manca un po’ il contraddittorio nei confronti della Federazione o comunque delle scelte più importanti. Sono tutti amici di tutti, si allenano tutti assieme, ma spesso si resta troppo passivi di fronte a determinate scelte. A livello maschile mi sembra che ci sia più ‘gioco di squadra’ in questo senso, quando occorre Austria, Svizzera, Francia, Stati Uniti e Italia si fanno sentire per garantire anche i propri interessi.
VELOCITA’ – Detto questo, lancio un allarme-discesa e in realtà ne avevo già parlato dalle colonne della rivista Race Ski Magazine, edizione cartacea. Durante le gare di Coppa Europa femminili a Davos, in Svizzera, in velocità, e al di là della gioia per la vittoria della 20enne Beatrice Scalvedi, tra l’altro ticinese anche lei, si è notato un livello tremendamente basso. Addirittura vedo atlete che si presentano in gara mettendo per la prima volta gli sci lunghi, cioè senza mai essersi allenate prima in discesa nella stagione. Non si allena più la velocità pura e parlo anche della mia Svizzera, che recentemente ha fatto un passo indietro in questo senso: sono state tolte tante manifestazioni per i più piccoli una volta utilissime, i Camp per i giovani di 14-15 anni che si organizzavano in estate e poi i cosiddetti “discesini” in inverno, si chiamavano così; adesso non si fanno più nemmeno in Svizzera. Altro esempio: lo scorso anno ai campionati Nazionali rossocrociati c’erano 60 atleti e una trentina di ragazze al via della discesa. Fino a poche stagioni fa se non eri inserito almeno in un comitato non potevi sognarti di gareggiare perché di ragazzi ve n’erano persino troppi. Tutto questo in una Nazione come la Svizzera tradizionalmente improntata alla velocità. Spero che Janka e Feuz tengano duro ancora per 3-4 anni perché dietro non c’è granché. E, allargando il discorso a tutte le Nazioni, il livello generale è molto scadente. Adesso si fa allenare di più la tecnica in curva anche ai bambini, ma attenzione, le capacità sensitive, far scivolare lo sci, reagire istintivamente si imparano di più portando i bambini a sciare senza pali, in campo libero, fuori pista o in altre situazioni per costruire quelle doti che diventeranno poi fondamentali in velocità più avanti. Nel settore femminile le lacune in questo senso sono molto evidenti ed è per questo che poi quelle 2-3 campionesse che ci sono dominano, perché dietro il livello è molto più basso. Vi posso garantire che Lara da bambina ha svolto un grandissimo lavoro molto variato e tanto sci libero in tutte le situazioni possibili, grazie a suo papà che ha sempre creduto in questa filosofia e i risultati si vedono.
GARMISCH-PARTENKIRCHEN – L’avevo già detto, mi ripeto: per me Vonn non vuole/non può più rischiare al 100%, almeno non in tutte le gare. Raramente scia al massimo. Lo ha fatto in parte nella discesa di sabato, non in superG domenica. Forse anche perché le condizioni non erano quelle migliori e allora ha tirato un po’ i remi in barca. Non lo ha mai ammesso, ma probabilmente le ‘batoste’ subìte nelle ultime stagioni, sotto forma di cadute e infortuni, hanno lasciato il segno. Gran bella gara in superG di Lara Gut, ho rivisto la Lara bella sicura, fluida, ha trovato anche un percorso secondo me perfetto per esaltare le sue caratteristiche, tutti questi dossi e poi distanze perfette per lei. Una delle migliori discese delle ultime stagioni. Anche se Rebensburg le è andata vicino e può mangiarsi le mani per quanto perso nelle prime 5-6 porte, sul piano. Per il resto Lara, come ha ammesso lei stessa, ha ‘bucato’ la gara sabato e anche Cortina e Maribor. In superG a Garmisch invece si è… semplicemente ricordata di sciare e mi è piaciuta davvero molto.
AZZURRE – Ecco, tra le prime tre-quattro atlete ci voleva anche un’italiana, secondo me. Non so cosa manca, sinceramente, per fare quel passo avanti in più. Ci sarebbe tutto, in teoria. Forse solo un po’ più di rabbia agonistica, mi aspettavo un ruggito di Nadia Fanchini soprattutto in superG: sarebbe bastato un po’ meno spigolo nella parta alta, buttare giù il piede e via. Il podio era possibile. Il problema sui tratti piani? Sono anni che se ne parla in casa Italia. E’ arrivato il momento di risolverlo, no? Perché si può risolvere. Brignone ha sciato benissimo dopo i primi venti secondi, ma non può fare il 41esimo tempo in alto. Non è accettabile per una come lei. E non solo lei, più o meno tutte le altre hanno avuto lo stesso problema. Non lo so, forse manca solo un po’ di rabbia agonistica, mi ripeto. Un po’ di convinzione in più.