Succede di tutto nella seconda manche del gigante maschile in Val d’Isere, sulla Face de Bellevarde, la pista olimpica dei Giochi 1992. Ombra, tracciato con più curva, rimonte, errori, recuperi e colpi di scena. Alla fine è pandemonio in casa svizzera: a trionfare è Loic Meillard, in recupero dalla quinta posizione, al primo successo in stagione, ottavo assoluto, davanti a Luca Aerni (primo podio in carriera dopo 12 piazzamenti tra la quarta e la quinta posizione!) e al solito Marco Odermatt, che abdica in seguito a quattro trionfi consecutivi sulla pista francese. Ottavo un buon Vinatzer, pur con due posizioni perse rispetto alla prima manche.
Seconda manche davvero complessa, come sempre, grazie a una tracciatura ritmica, ma con più curva, e alla consueta ombra su tutto il tracciato. Brennsteiner, al comando a metà gara, ha commesso diversi errori e alla fine ha chiuso quinto. Meillard invece ha trovato la prima grande manche della stagione e tanto è bastato, su una pista che l’aveva sempre respinto, infatti mai era riuscito a salire sul podio in gigante in Val d’Isere.
Si è imposto in 2’10″07, con il quinto tempo della seconda manche; finalmente sul podio Luca Aerni, bravissimo, tredicesimo a metà gara, in super rimonta con il secondo miglior parziale della manche e alla fine staccato di 18 centesimi. A 33 centesimi, terzo Marco Odermatt, che da queste parti nelle ultime 4 occasioni, aveva sempre vinto, dominando. Per 15 punti conserva comunque il pettorale rosso di leader in specialità.
Quarto il norvegese Haugan, terzo dopo la prima manche, con il 20° tempo parziale! Poi appunto Brennsteiner, seguito da Radamus, anche lui in rimonta dalla 21a posizione con il miglior tempo nella II manche, Braathen e Alex Vinatzer, ottavo, sempre nei 10 in tutti i giganti stagionali e quarto nella classifica di specialità. Bravo. Anche se poco soddisfatto, alla fine: «Penso di avere buttato una grande occasione – ha detto Vinatzer -. Ho sentito molta neve riportata e non riuscivo a prendere il ritmo. E’ stata una brutta manche, ma comunque c’è una top ten. La forma c’è, ma mi spiace buttare via le occasioni».

Poi Ferustain e Sarchett, americano di 22 anni, nettamente al miglior risultato in carriera, come il tedesco Stockinger, 13° e in recupero di 15 posizioni. Tante ne ha recuperate anche Filippo Della Vite, 15° dopo il 25° posto della prima manche, con il sesto tempo parziale. Buona iniezione di fiducia. Fuori purtroppo Borsotti nella seconda manche, 26° De Aliprandini, ovviamente condizionato da quanto accaduto a St. Moritz a Michelle Gisin: «Michelle mi ha dato tanta forza, sta bene – ha detto De Aliprandini commosso -. Ci vorrà del tempo per recuperare però sta bene. E lei ha voluto che io gareggiassi, ma non è stato facile». Così Della Vite alla FISI: «Devo dire che nella seconda mi sono piaciuto. Ho fatto una manche buona, in spinta. Peccato per quei tre centesimi che mi avrebbero permesso di recuperare altre due posizioni. Ora si tratta di portare la continuità in gara, perché poi aumenta la confidenza e si possono ritrovare i buoni risultati».




