Windingstad racconta il suo calvario interiore: «Non volevo più sciare»

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Rasmus Windingstad ha terminato a sorpresa il suo viaggio nello sci agonistico quest’estate, a 31 anni, dopo una vittoria e tre podi complessivi in Coppa del Mondo, un 5° posto nel parallelo mondiale di Courchevel/Meribel 2023. Ora il gigantista norvegese rivela di soffrire di disturbo bipolare e confessa di aver lottato contro la depressione anche durante la carriera. Il tutto dopo che per 22 anni le gare di sci sono state «la parte più importante della mia vita» e «l’unica cosa che contava per me», come ha scritto proprio lui stesso su Instagram. Ora offre uno sguardo nel suo intimo. E rivela che in tutti questi anni non ha lottato solo contro il tempo, ma anche contro se stesso: «Ho un disturbo bipolare di tipo 2», rivela Windingstad in un’intervista con NRK. È da molto tempo che lotta con la sua salute mentale. Tuttavia, la diagnosi è arrivata solo due anni fa.

Ma che cos’è un disturbo bipolare? I disturbi bipolari sono una malattia maniaco-depressiva con forti sbalzi d’umore. I sintomi non sono controllabili da chi ne è affetto e comprendono, tra l’altro, cambiamenti estremi nel comportamento, nell’attività e, appunto, nell’umore. I primi segni sono comparsi già all’età di 19 anni. Windingstad ricorda di essersi perso nei suoi pensieri: «Non volevo più sciare e non avevo più forza per fare nulla». È andato dal medico, che gli ha diagnosticato la mononucleosi infettiva. Col senno di poi, Windingstad è convinto che già allora soffrisse di depressione: «Pensieri che non dovrebbero avere posto nella mente di una persona». Una o due volte all’anno cade in uno stato di depressione, l’ultima volta da febbraio ad aprile 2025. Non ricorda più la gara di casa ad Hafjell, né le interviste che ha rilasciato. Windingstad sottolinea però che per l’80% conduce una vita «normale». Il restante 20% può però essere un inferno. Lo ha sperimentato nel 2023 dopo il terzo posto nello slalom gigante di Palisades Tahoe (USA): «Ero davvero allo stremo», racconta, parlando del punto più basso mai raggiunto. Ma doveva fingere di essere di buon umore, andava alle feste e beveva alcolici per dimenticare. Mesi dopo era dominato da pensieri irrazionali, temeva di aver fatto qualcosa di sbagliato, che gli sarebbe stato revocato il podio: «Avevo la sensazione di non meritarmelo affatto». Le sue parole successive colpiscono nel profondo. Windingstad ammette che non era solo in quel momento che pensava di porre fine alla sua vita. Vita che per fortuna poi è migliorata da quando gli è stata diagnosticata la malattia, i farmaci lo aiutano. Inoltre, ha uno psichiatra che può chiamare in qualsiasi momento. E un ambiente che lo sostiene: «Tutto questo ha reso la mia vita molto migliore, successivamente».

Il norvegese Rasmus Windigstad all’attacco del Podkoren ©Zoom Agence

Con la sua franchezza, Ramsus vuole dimostrare che anche soffrendo di questa malattia si possono ottenere grandi risultati. Lo dimostra uno sguardo alla sua carriera. Windingstad ha disputato 108 gare di Coppa del Mondo, con una vittoria nella slalom gigante parallelo (2019, Alta Badia) ed è salito due volte sul podio in gigante. Inoltre, ha partecipato a quattro campionati mondiali e alle Olimpiadi del 2022 (bronzo nella gara a squadre).

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