Il primo gigante femminile della stagione di Coppa del Mondo riserva certezze e incertezze. Partiamo dalle prime e riguardano le favorite. Che sono un po’ sempre le stesse. Alice Robinson nei test qui a Sölden dei giorni scorsi sciava forte, poi c’è Sara Hector che è allenata dal tecnico italiano Walter Girardi che abbiamo incontrato in ovovia. «Sta bene, abbiamo fatto un bel lavoro». E poi si parla bene anche della norvegese Thea Louise Stjernesund, apparsa in buona forma anche se questa mattina ha fatto un bel volo in pista, senza conseguenze.
Non si può non citare Lara Gut-Behrami che auspica di sciare sui livelli dello scorso anno. Ci mettiamo anche Sofia Goggia: ha lavorato tanto sul gigante («tutta la trasferta a Ushuaia, prima trasferirmi a La Parva e fare velocità») e punta a trovare continuità. Ce lo ha confermato anche Gianluca Rulfi, con cui ci siamo intrattenuti sia durante l’allenamento, sia a margine della conferenza stampa dell’Italia.
Ma prima, un punto anche sulle incertezze. E riguardano le condizioni meteo perché domani i bollettini di Sölden annunciano «vento forte, tempestoso da ovest in alta montagna». Staremo a vedere, intanto è già previsto il piano B, ovvero partenza di riserva. Che verrà eventualmente decisa dopo la ricognizione. «Ma si punta a partire dalla cima» la conferma di Peter Gerdol al TCM.
Intanto Gianluca Rulfi presenta la stagione, che per l’Italia non parte certamente bene. Federica Brignone è ai box fino a non si sa quando, Marta Bassino si è infortunata nei giorni scorsi, poco prima stesse sorti per Marta Rossetti.
La stagione è sulle spalle della capitana Sofia Goggia, che rivolge un messaggio alle compagne di squadra. «Mi spiace per Marta, dopo due stagioni difficili – ha detto – si era rimessa in gioco cambiando tutto e farsi male ora, a due giorni dalla gara di Sölden con le Olimpiadi in casa, non è semplice mentalmente. L’ho sentita al telefono e sembra abbastanza serena. Così come pesa molto l’infortunio di Federica Brignone, vista la caratura della sciatrice».

Ed è da qui che partiamo con Gianluca Rulfi, direttore tecnico dello sci femminile.
Gianluca, una partenza in salita.
«Gli infortuni fanno parte del nostro sport, purtroppo: bisogna andare avanti. Certo, dispiace perché parliamo di due atlete che non avevano mai avuto grossi problemi. Fa scalpore perché tutte insieme e ora, ma purtroppo questo sport presenta sempre il conto, prima o poi. Ora dobbiamo sperare che le ragazze più giovani riescano a fare quel salto di qualità che tutti si aspettano. Parlo di Zenere e Della Mea, per loro è l’anno della verità, devono dimostrare di salire un gradino».
Partiamo da Sofia. Con tre discipline, questa coppone è possibile?
«Se hai due discipline top (cioè da podio di specialità) e una terza in cui riesci a essere competitivo – anche solo con piazzamenti da quarto, quinto, sesto posto – allora puoi giocartela. Se Sofia riuscisse a trovare continuità anche in gigante, oltre che nelle sue discipline forti, potrebbe davvero puntare a qualsiasi traguardo. Lei lo sa bene: costanza e regolarità sono le chiavi. Ha lavorato molto su questo aspetto, anche perché è un po’ stufa di cadere. Ha fatto una preparazione ottima, la più stabile e costante che abbia mai fatto, forse la migliore di sempre. È il suo momento: ha la maturità per gestirlo, ora bisogna solo mettere tutto alla prova».
Cosa ci dice delle più giovani?
«Ognuna deve sparare la propria cartuccia. Le più esperte, come Lara Della Mea e Asja Zenere, possono salire e consolidarsi nel secondo gruppo di merito, che significa anche entrare qualche volta tra le prime 10-15 e guadagnarsi la regolarità necessaria per le finali. Le altre, più giovani ancora, devono semplicemente puntare a qualificarsi o avvicinarsi alla qualifica».

Capitolo sicurezza, di cui tanto si parla, qual è la sua visione?
«C’è troppa demagogia e spesso non si raggiunge l’obiettivo vero. Gli strumenti ci sono, soprattutto a livello di competizioni di alto livello. Secondo me bisogna partire con interventi low cost e di facile attuazione, come il tuning, la tracciatura e il movimento delle piste: sono misure poco costose e con effetti concreti, basta volerle applicare».
Ci fa degli esempi?
«Ridurre di due metri la distanza tra le porte e aumentare il numero di curve diminuisce automaticamente certe azioni e reazioni degli sciatori. Sul materiale, invece, serve più tempo, ma la commissione della FIS ha identificato i punti chiave: terreno, materiali, reattività. Anche piccole modifiche, come ridurre di mezzo centimetro l’altezza di una parte dell’attrezzatura, possono avere effetti positivi, ma devono essere valutate in termini di costi e tempi».
Arrivati alla vigilia del gigante di Sölden, quali sono le favorite?
«Sempre le stesse, compresa Shiffrin che non va mai sottovalutata. Le new entry vere e proprie non si sono ancora viste».
E il meteo?
«Vedremo, le previsioni non sembrano terribili, quindi speriamo in buone condizioni».
E allora appuntamento a domani, prima manche alle 10, seconda alle 13. Diretta su Raisport ed Eurosport.




