Andrea Massi: «Slokar? Gran lavoratrice. Sempre creduto nell’idea multidisciplinare»

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Il team con Tina Maze (dal nome geniale, “team to aMaze”), talento sloveno portato dall’essere un’ottima gigantista a… dominatrice assoluta del Circo Bianco (suo ancora il record di punti in Coppa del Mondo, 2414, stagione 2012-2013); la collaborazione successiva anche con la squadra di sci alpino maschile, fino al ritorno al femminile con Andreja Slokar, di cui segue la preparazione atletica dalla primavera 2024. Sempre senza trascurare il suo lavoro a scuola come insegnante di educazione fisica oltre ai tanti normali impegni con la figlia Anouk, nata nel febbraio del 2018. Con Andrea Massi, goriziano, grande esperienza maturata in vari campi (di Tina gestiva tutto: programmazione, sponsor, allenamenti, trasporti, logistica, anche il lavoro in pista, magari affiancato via via da altri allenatori) analizziamo il momento che sta vivendo Andreja Slokar, 27 anni, il cui obiettivo è conquistare una medaglia olimpica a febbraio, parole sue, proiettandoci ovviamente sulla prossima stagione agonistica ormai alle porte.

«Gli impegni sono tanti – ci dice – quindi con Andreja mi occupo solo della preparazione atletica. Mi hanno chiamato per programmare al meglio e per mettere a disposizione anche la mia esperienza. La seguirò in Coppa del Mondo? Farò qualche gara quando potrò e cercherò di esserci per i Giochi a Cortina, tenendo conto appunto del mio lavoro a scuola. Il podio di Sun Valley è stato molto importante per lei, al termine della scorsa stagione: ha tirato fuori la testa dal buco dopo l’infortuno in Val Senales e un podio ti dà tante conferme. Andreja è una ragazza molto particolare, gran lavoratrice, una persona onesta che conoscevo anche poco prima di lavorarci assieme».

Andreja Slokar
Andreja Slokar, slalomista slovena tornata al top ©Agence Zoom

Andrea si sofferma poi sull’ingresso nel team, che fa capo comunque alla Federazione slovena, di Stefano Costazza come allenatore, un lungo trascorso tra squadre femminili e maschili italiane. Tra le altre, ha allenato una giovanissima Brignone nei primi anni di Coppa: «Stefano l’ho scelto io anche se, come vi dicevo, mi occupo solo della parte atletica con Slokar. Ma si è venuto a creare un vuoto dopo l’addio di Bostian Bozic, improvviso, perché l’accordo era fino ai Giochi del 2026, e quindi mi hanno interpellato per dare una mano e trovare un sostituto. Non è stato semplice, proprio nella stagione che porta ai Giochi Olimpici. Inizialmente abbiamo provato un paio di candidati, poi la scelta è caduta su Stefano, che conosco da diversi anni: abbiamo vissuto belle esperienze anche se non direttamente, per esempio a Vancouver 2010, quando lui lavorava per l’Italia, io con Tina. Non è semplice mettersi a disposizione in una stagione comunque così importante, ed è stata una grossa prova di coraggio da parte sua. Sono però già molto soddisfatto di questa scelta, anche se in teoria non doveva essere mia, nel senso che l’accordo iniziale era, per me, rimettere a posto fisicamente, anzi, dal punto di vista psico-fisico, Andreja. Comunque alla fine siamo partiti con Costazza e mi sembra che lei sia contenta del feeling creatosi. Diciamo che anche io ora mi sento sollevato, ecco».

Ogni tanto capita di ripensare al grande lavoro fatto con Tina Maze, che ha portato frutti clamorosi: «Mi viene in mente quando abbiamo iniziato a lavorare con Tina, nel 2008, formando un piccolo team con il sottoscritto, lei e lo skiman Andrej Perovsek. All’inizio eravamo solo noi tre. E uno sponsor di Maribor che fu più pazzo di noi a crederci, perché ci diede un pulmino nuovo di zecca. Il budget era di 40.000 euro e Tina, che aveva già vinto in Coppa del Mondo, si trovava però in quel momento 47esima al mondo in gigante. Questa mia idea multidisciplinare fu criticata da tanti, ma ero e rimango convinto che fissarsi solo con le porte larghe per lei fosse un errore madornale. Tina era ovviamente già brava, ma in crisi in quel periodo; per qualche strano motivo o per errori magari fatti in precedenza da altri allenatori, rendeva bene solo sul duro, ripido e con ottima visibilità. Sei anni più tardi avrebbe vinto due ori olimpici a Sochi 2014 sul piatto, bagnato e con pioggia in corso. Siamo partiti prima di tutto con l’idea della polivalenza, inserendo poi un grande lavoro atletico e tecnico e questo programma ha pagato i dividendi fino a portare a quel punteggio record, oltre 2000 punti, che per altro avevo dichiarato qualche mese prima a un grande giornalista sloveno, poi scomparso, quando mi chiese: “Come pensate di battere Vonn se lei è in grado di fare 2000 punti?”. Io risposi: “Ne faremo di più!”. E’ successo».

Andrea Massi, Tina Maze, Michela Figini radunati da Mauro Pini ad Airolo, in Ticino, Svizzera

Poi il pensiero cade anche sull’Italia, con cui non ha mai lavorato: «Mi sarebbe piaciuto farlo, ma ormai è difficile. Io sono sempre legato all’Italia anche se ho lavorato praticamente solo in Slovenia. Qualche contatto ci fu in passato, ma non siamo mai arrivati a un accordo. Ora comunque è più difficile, devo dedicarmi pure a mia figlia, lavorare a scuola ecc. ecc. In questo momento sono più interessato a collaborazioni tipo quella con Slokar, più che a un lavoro full time, anche perché mi sono spremuto davvero tanto, in passato».

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