Nelle prime stagioni di Coppa del Mondo, Alex Vinatzer faceva solo slalom. E non ci è voluto molto per vederlo sul podio. Poi ha fatto qualche sporadica apparizione anche in gigante, senza trovare la qualifica, fino a quando ha deciso di inserire – suggerito dal direttore tecnico Max Carca – sempre più la specialità base dello sci alpino. In allenamento, come in gara. I risultati dicono che la strada intrapresa è quella giusta perché nella scorsa stagione, “Vinni” in più di una occasione si è inserito nella top 10, iniziando con un quinto posto sul Rettenbach.
Ha fatto passi avanti importanti, talmente positivi che l’azzurro non ha problemi a dire di poter valere le stesse posizioni in slalom come in gigante, specialità che lo vedrà sempre al via durante la stagione. «Non ho minimamente il dubbio di poter essere alla pari, se non addirittura di fare qualcosa meglio in gigante – racconta all’Atomic media day – Ovviamente manca un po’ l’esperienza su qualche pista, ma con la giornata giusta può succedere di tutto».
Così come può succedere di tutto ai Giochi Olimpici, la gara secca che si attende per quattro anni e che richiede la giornata perfetta. E ogni dettaglio al suo posto. «Al momento sto bene, abbiamo ritrovato una bella sciata – dice – e visto che entriamo nell’anno olimpico l’obiettivo è quello di trovare una certa solidità e tanta confidenza, per arrivare all’evento più atteso con fiducia e con un pettorale interessante per potermi giocare una medaglia».

Prima della rassegna a cinque cerchi c’è però una stagione di Coppa del Mondo da iniziare al meglio. «Soprattutto perché a gennaio ci sono pochi giganti ed è il risultato a darti la maggiore confidenza. Puoi andare ai Giochi con le spalle larghe solo se hai la giusta solidità, altrimenti se inizi faticando ti presenti a febbraio come una mina vagante».
Alex Vinatzer tornerà sugli sci nelle prossime ore. Domani – sabato – dopo la presenza al Festival dello Sport di Trento, si sposterà a Sölden insieme a Luca De Aliprandini, Filippo Della Vite, Giovanni Franzoni, Stefano Pizzato e Davide Seppi. Gli azzurri scieranno sia sul tratto alto del ghiacciaio, sia sulla pista di gara, dopo una doppia trasferta estiva a Ushuaia.
È questa una delle novità del gruppo delle tecniche, oltre ovviamente all’arrivo di Mauro Pini. «Stiamo lavorando molto bene, abbiamo una bella organizzazione con Mauro che sta cercando di creare una squadra unita. I primi confronti sono stati positivi, ora avremo ancora qualche test sulle nevi europee per vedere se quanto fatto in Argentina funziona anche in Europa».

Nel primo blocco di lavoro a Ushuaia la squadra si è concentrata sui volumi e sulla tecnica, senza guardare al cronometro e pensando invece alla scelta dei materiali. Nella seconda trasferta focus invece sulla qualità «e sulla spinta, riuscendo a tenere alti i ritmi per cinque settimane. È stato solo un po’ lungo il viaggio, ma ci si abitua».
Una seconda trasferta appesantita anche dalla morte di Matteo Franzoso, ricordato proprio ieri in apertura dell’Atomic media day. «All’inizio un’aria molto pesante, soprattutto all’interno del team italiano, qualche giorno difficile c’è stato. Poi c’è chi lo smaltisce in un modo e chi nell’altro. Purtroppo è successa questa tragedia e speriamo tutti che non si ripeta per nessuno» chiude il Gigante gardenese.




