Wendy Holdener: «Sono ambiziosa. E ho scoperto un punto debole»

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Cinque vittorie, 52 podi in Coppa del Mondo, 5 medaglie olimpiche, nove mondiali, di cui 4 d’oro. Un palmares clamoroso, ma una voglia tremenda di inserire almeno un’altra gemma nel personalissimo cartellino. Wendy Holdener affronta l’inverno 2025-2026 con la volontà (che i media svizzeri declinano in promessa), di vincere.

Non tutto, ma tanto è nuovo per la campionessa del Canton Svitto, che al Media Day di Swiss Ski ha raccontato la sua estate guardando ovviamente avanti, alla sua quarta partecipazione alle Olimpiadi.

Primo obiettivo: tornare a vincere: «Non ci sono riuscita lo scorso inverno», dice. La stagione non è stata deludente: tre medaglie d’argento ai Campionati mondiali di Saalbach (Austria), tre secondi posti in Coppa del Mondo. La maggior parte delle atlete farebbe subito a cambio. «È andata bene, ma sono ambiziosa», dice Wendy, sesta nella classifica di slalom, quindicesima in quella di gigante.

Le Olimpiadi di Milano-Cortina sono ancora lontane, a febbraio, ma Holdener ci pensa già da tempo: «Voglio essere al top della forma fisica e tecnica». Le cinque medaglie olimpiche e le nove medaglie mondiali dimostrano che lei funziona e funziona bene nei grandi eventi: «Quindi non devo cambiare poi molto. Ha funzionato spesso».

Oltre allo slalom, non vede l’ora di partecipare alla combinata a squadre, che fa il suo debutto olimpico. Già a Saalbach, agli ultimi Mondiali, è salita sul podio con Lara Gut-Behrami (34 anni): «Vogliamo gareggiare di nuovo insieme. Lo abbiamo deciso già da tempo, per noi è cosa fatta», dice sorridendo: «Ma chiederò ancora una volta a Lara».

©Agence Zoom

Holdener era ed è una perfezionista. In estate ha intensificato ancor di più il suo allenamento eccentrico: i muscoli diventano più flessibili, più forti e più resistenti. A questo si sono aggiunti esercizi per stabilizzare fianchi e glutei: «Un lato era leggermente più debole dell’altro. L’obiettivo è non avere dolori. Tutto a titolo preventivo, perché in realtà sto bene». Ma è ancora più precisa: «Una curva è risultata peggiore: la curva a destra, nello slalom. Poiché sono diventata più forte a sinistra, spero di riuscire a eliminare questo difetto». Ci sta lavorando da un anno e mezzo. Perché non prima? «La debolezza si è manifestata solo a 30 anni. Prima non ho avuto problemi per dieci anni».

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