«Sono animato da una passione enorme, vivo di agonismo. Ancora faccio tutto per questo sport, amo allenarmi, gareggiare. Ed è stata anche questa passione, non solo le mie capacità tecniche, che mi ha fatto vincere in Coppa del Mondo e mettermi al collo medaglie olimpiche e iridate». Eccolo Christof Innerhofer, 40 anni compiuti il giorno della prima prova in Val Gardena in vista della gara di sabato. Sereno, rilassato. Un traguardo i 40. Una vita da prime piazze, a primeggiare. Un riferimento per tutti, grazie a vittorie e podi. «Quello che ha fatto a Garmisch Partenkirchen è frutto di un talento enorme certamente, ma anche di una capacità tecnica sopraffina che siamo riusciti ad allenare e a dare così continuità», ripeteva Max Carca ai Mondiali tedeschi del 2011 dopo tre medaglie. «È l’unico che sa fare velocità e a controllare lo sci in curva a velocità elevatissime. E poi di testa un vincente», sosteneva Claudio Ravetto ai tempi di quelle due medaglie olimpiche in Russia a Sochi 2014. Anni da punta di diamante, poi gli ultimi in cui ha fatto fatica ad essere con i primi. «Negli ultimi due anni ho fatto davvero fatica ad esprimermi. Ma non ho mai avuto in testa il pensiero di mollare».
Innerhofer guarda avanti. L’età sembra non essere un problema, anche se riconosce: «Forse oggi vado meglio su piste meno impegnative. In Cile e a Copper Mountain in allenamento ero spesso con i più veloci, a Beaver Creek in un pendio così impegnativo ho tribolato. Nella prima prova sulla Saslong mi sono sentito di nuovo bene. Certo, le prove sono interlocutorie, ma è sempre meglio essere davanti». Inner ci tiene a sottolineare: «Ho il mip posto in Coppa del Mondo, lo mantengo se si prende in considerazione il ranking come giustamente si fa. Credo di poter lasciare ancora il segno, sarebbe bello. I Giochi Olimpici? So che si gareggia in quattro, sono consapevole che la concorrenza è spietata, ma io se continuo ancora non posso non pensare a una convocazione, a battermi per quella». Una voglia smodata di rimanere nel mondo delle gare, un entusiasmo ritrovato. Chiude il quarantenne pusterese di Gais: «Dopo due anni difficili mi sono detto di alzare ancora l’asticella. M sono allenato come un pazzo, sono salito sei settimane allo Stelvio in estate anche con il gruppo sportivo della Finanza e fatto carichi significativi a secco. Gli anni passano, devo tenere il ritmo ancora più alto sempre e non staccare. Non ho fatto un giorno di vacanza quest’anno, ho lavorato sodo. Sono ancora convinto che il lavoro alla fine possa portare i suoi frutti». E’ fatto così Inner. Anche per questo ha vinto tanto. E forse anche per questo può cercare ancora un’altra soddisfazione agonistica.