Delle tre gare di Beaver Creek, solo il superG ha visto trionfare uno dei favoritissimi. Marco Odermatt, infatti, ha sì vinto la prova di sabato, ma in discesa e in gigante due compagni di squadra gli sono stati superiori. Non solo superiori a Odermatt, a dire il vero, ma a tutti quanti: la discesa di venerdì è andata a Justin Murisier, il gigante di domenica a Thomas Tumler.
Murisier è un polivalente 32enne che non aveva mai vinto in Coppa del Mondo prima di Beaver Creek. Era salito sul podio solo una volta, un terzo posto nel gigante in Alta Badia nel 2020. Se nella passata stagione era riuscito a centrare la top-10 solo in cinque occasioni, tra cui spiccano un quarto e un quinto posto sulla “Stelvio” di Bormio, quest’anno è riuscito a far subito il colpaccio.
Sceso col pettorale 3, e battuto il tempo di Miha Hrobat (terzo classificato), Murisier è rimasto a lungo sulla poltrona di leader, fino a realizzare di non doverla cedere affatto. Odermatt gli è arrivato a due decimi, James Crawford quarto a mezzo secondo. Non sono riusciti ad avvicinarsi nemmeno Cyprien Sarrazin e l’idolo di casa Bryce Bennett. Nel superG del giorno dopo, tuttavia, Murisier non è riuscito a replicare la prestazione della discesa: questo anche perché, dice lui, «siamo stati impegnati coi controlli antidoping fino alle 15. Abbiamo festeggiato la vittoria con una sola birra e ho cominciato il superG davvero male. Non ho sciato come so fare fino al terzo settore».
Il gigante di domenica è stato vinto in modo forse ancor più sorprendente dal 35enne Thomas Tumler. Anche per lui si tratta del primissimo successo in Coppa del Mondo: in gigante a Beaver Creek aveva già avuto un acuto, un terzo posto nel 2018. Quattro anni fa Tumler era vicino al ritiro, a causa di un’ernia al disco: «È stato un periodo davvero duro e ho speso molte energie per tornare, ma sono orgoglioso di non aver mai mollato» ha detto dopo la vittoria.
A quanto pare Tumler aveva un presentimento, perché ai microfoni delle televisioni svizzera ha rivelato: «Quand’è uscito il calendario ho detto a mia moglie “ok, fantastico, vincerò a Beaver Creek”. E così è andata, è un sogno». Forse anche a causa della disabitudine a scendere per ultimo nella seconda manche (a sorpresa Tumler guardava tutti dall’altro al basso dopo la prima), lo svizzero era insicuro di essere riuscito a tenersi dietro Braathen. «Ho avuto la sensazione di non essere andato granché bene nella seconda manche. Quando ho visto la luce verde è stato incredibile».